Tipologia: Italian Single Malt Mountain Whisky
Provenienza: Trentino Alto Adige – Italia
Volume alcolico: 47,6%
Prezzo consigliato: 73 euro.
Reperibilità: Medio-bassa, release di 1678 bottiglie. Ancora disponibile presso il produttore.
Il whisky di cui vi parlerò oggi potrebbe all’apparenza sembrare un parvenù nel variegato mondo del distillato di malto ma, benché appena rilasciato, è il frutto della sapienza della distilleria Villa de Varda, che da oltre un secolo distilla in Trentino una grappa insignita di numerosi riconoscimenti.
Lo stile produttivo è interamente italiano: i cereali impiegati vengono coltivati ad alta quota da piccoli produttori locali, l’acqua proviene dalle maestose Dolomiti, la distillazione avviene con alambicchi a bagnomaria Pot Still e successiva rettificazione con alambicco a colonna e, dulcis in fundo, le botti in cui viene affinato il “nostro” sono state realizzate con abete rosso del Trentino proveniente dalla celebre foresta di Paneveggio (Val di Fiemme).
Predetto legno era il favorito di Stradivari per la creazione dei suoi preziosissimi violini.
In attesa di pubblicare la mia intervista al gentilissimo Mauro Dolzan (nella quale troverete maggiori dettagli sullo stile produttivo e sull’idea “InQuota”), nel mentre approfitto di questa recensione per ringraziarlo pubblicamente per avermi reso partecipe della nuova iniziativa di Villa de Varda, inviandomi campioni delle prime quattro espressioni realizzate, che nei prossimi giorni vedrete su queste pagine.
Parto con il primo, il Dolomiti Spruce Cask Finish: whisky che, dopo una maturazione iniziale in botti vergini di quercia, ha avuto un finish di alcuni mesi in botti vergini del summenzionato abete rosso. Pur non essendo dichiarato l’invecchiamento, complessivamente è stato di circa tre anni e mezzo.
Gli altre tre imbottigliamenti sono costituiti da: un whisky 100% segale, un’espressione finish in botti di Amarone e, per chiudere, un finish in botti di Passito di Pantelleria, abbracciando idealmente l’intera Penisola.
La gioventù di questo whisky è evidente, tuttavia mostra delle caratteristiche interessanti sia al profilo olfattivo che al palato, con delle note non banali e non scontate in imbottigliamenti giovanissimi. Il lato balsamico, unito agli altri sentori, tende a rievocare lo splendido scenario delle Dolomiti e, di conseguenza, la denominazione è decisamente adatta. Sono curiosissimo di provare anche gli altri tre, e lo farò quanto prima. Per ora, non posso che esprimere un’opinione positiva. Sarà interessante seguirne l’evoluzione.