Tipologia: Rye Whisky.
Provenienza: Finlandia.
Volume alcolico: 47,2%
Prezzo consigliato: 65 euro, bottiglia da 50 cl.
Reperibilità: Media, disponibile presso Aquavitae e altri rivenditori specializzati.
La distilleria Kyrö nasce nel 2012 dall’idea avuta da cinque amici finlandesi mentre, in una sauna, erano dediti a bere rye statunitense. Può sembrare una storia atipica, ma la Storia insegna che molte intuizioni poi rivelatesi valide, sono nate per caso e in un contesto goliardico. Ad ogni modo, i nostri, al secolo Miika Lipiäinen, Mikko Koskinen, Kalle Valkonen, Miko Heinilä, e Jouni Ritola, dopo aver espanso le proprie conoscenze in materia di distillazione, hanno deciso di depositare il marchio ed avviare così la produzione.
La distillazione di materia prima interamente locale, nel caso specifico segale (si parla di Rye), è iniziata nel 2014. Nell’attesa di un prodotto sufficientemente maturo da proporre sul mercato internazionale, la Kyrö ha iniziato a produrre anche un gin che, da quanto ho appurato, ha ottenuto diversi riconoscimenti.
La distilleria ha sede a Isokyrö, in una struttura che in precedenza ospitava un caseificio e da cui deriva il marchio del prodotto di cui vi parlerò a breve.
Il Kyrö Malt Rye è stato originariamente rilasciato nel 2020, ed è realizzato con 100% segale. La maturazione non è dichiarata, ed è avvenuta integralmente in botti vergini di quercia americana, ispirandosi alla tradizione della Nazione che ha fornito l’intuizione per l’avvio della produzione.
Pur non essendo realizzato in una tiratura particolarmente ampia, e avendo una vocazione spiccatamente artigianale, in Italia è importato da Fine Spirits, che ringrazio per la bottiglia fornita per questa recensione.
Orbene, mi approccio ora alla degustazione, per farmi un’idea su questo Rye proveniente dalle lande nordiche.
Rye giovane con spunti interessanti, sia all’olfatto che al palato. Ne seguirò senz’altro gli sviluppi. Non mi aspettavo un prodotto ultra complesso, infatti è piuttosto “easy”, tuttavia risulta piacevolmente beverino. Segnalo anche la recensione degli amici di Whisky Art, per “ascoltare un’altra campana”.