Informazioni:
Tipologia: Lowlands Single Malt Scotch Whisky
Provenienza: Lowlands – Scozia
Volume alcolico: 59%
Prezzo consigliato: 65 euro
Reperibilità: Bassa
Cenni storici e osservazioni personali:
Torno ad assaggiare un Rosebank, un whisky delle Lowlands ormai di difficile reperibilità. La distilleria è infatti stata chiusa nel 1993 e difficilmente verrà riaperta.(Come tanti altri, continuo a sperare….) L’imbottigliamento odierno, non è uno di quelli ufficiali come il Rosebank 21 già recensito, ma è stato prodotto da un imbottigliatore indipendente: Cooper’s Choice. In realtà, questo marchio contrassegna una gamma di prodotti realizzati ad opera della The Vintage Malt Whisky Co, fondata nel 1992 da Brian Crook. L’obiettivo dell’azienda è quelllo di immettere sul mercato whisky le cui caratteristiche rispettino quelle originarie, che risultino al gusto e al palato quanto più simili a quanto veniva prodotto prima dell’omologazione del gusto avvenuta purtroppo negli ultimi anni. Al contempo, nella gamma Cooper’s Choice, sono stati scelti anche malti rari, provenienti spesso da distillerie ormai chiuse, come nel caso di questo Rosebank.
E’ un whisky giovane, 1992-2002, ergo con solo 10 anni di invecchiamento ma a gradazione piena. E’ infatti un cask strength con ben il 59% di volume alcolico. Le botti impiegate non sono specificate, ma credo si tratti di ex-bourbon. Questa bottiglia, che ho trovato ad un prezzo interessante, proviene dalla botte 1429. I whisky delle Lowlands, per esperienza personale, tendono spesso ad avere caratteristiche interessanti quando sono giovani (con mirabili eccezioni, come visto con il Rosebank 21) ma è la prima volta che mi capita di provarne uno a gradazione così elevata. Influirà o meno sul carattere floreale ed erbaceo tipico di un Rosebank? L’alcool tenderà a soffocarne aromi e sapori o li esalterà? Per scoprirlo, passo ora ad esaminarlo. (Mi scuso se il flash ha “abbagliato” un po’ troppo l’etichetta ma, dato che in rete si trova solo l’espressione non cask strength , avendo la bottiglia, ho pensato di allegarla per favorire il riconoscimento).
Note Degustative:
Aspetto: Giallo paglierino
Olfatto: Ad un primo acchitto, l’alcool risulta un po’ troppo predominante. Dopo averlo lasciato riposare nel bicchiere 20 minuti, inizia ad aprirsi di più con note di limone, vaniglia e spezie di vario tipo. E’ possibile scorgere anche una piacevole nota legnosa.
Gusto: Limone, tanto legno, vaniglia, tracce di ginepro ma tanto, forse troppo alcool. Persino tracce di torba…in un Rosebank? Generalmente tendo a bere i cask strength senza aggiunta di acqua ma, in questo caso, ho ritenuto opportuno aggiungerne un po’ per notare un’eventuale apertura. Resta molto simile, non propriamente immutato, la vaniglia spicca di più ed è possibile scorgere una piacevole nota floreale ma il sentore alcolico continua ad essere fin troppo persistente.
Finale: Mediamente lungo ma decisamente troppo alcolico. Le piacevoli note floreali evidenziate nel gusto tendono a svanire rapidamente soppiantate da una gradazione forse fin troppo elevata.
In verità, avrei desiderato molto di più da questa espressione di Rosebank. Ero molto curioso di provare una variante Cask Strength (Cooper’s Choice ne ha imbottigliati altri, a gradazione standard che hanno ricevuto un ottimo consenso di critica) ma, come temevo, l’alcool è decisamente troppo per esaltare un malto delicato e floreale come quello della distilleria di Camelon. Un esperimento interessante ma, al contempo, non in linea con gli standard qualitativi di Rosebank o di Cooper’s Choice. Può anche darsi che altri batch siano più bilanciati ma non posso averne la certezza.