Tipologia: Single Malt Scotch Whisky
Provenienza: Scozia.
Volume alcolico: 54,1%
Prezzo consigliato: 60 euro.
Reperibilità: Media, disponibile presso rivenditori specializzati.
Peat’s Beast è la denominazione di un Single Malt proveniente da distilleria ignota e il cui nome è un omaggio a un’antica leggenda scozzese che narra di avvistamenti di una bestia mostruosa e singolare, in quanto sembra vagasse di notte esclusivamente in cerca di torba…
Il brand è stato creato dal duo Eamonn Jones e Gerald Erdrich, entrambi provenienti dal mondo di Whyte & Mackay – il primo come direttore regionale e il secondo come importatore – con l’intento di proporre un malto torbato distintivo e possente, una vera e propria “bestia”.
Di Peat’s Beast esistono diverse espressioni, tutte provenienti da distilleria ignota ma, in alcuni casi, è stato dichiarato l’invecchiamento e la provenienza geografica (Islay). Tale circostanza si è verificata in occasione di alcune release limitate quali, ad esempio, il 27 e il 34 anni.
Dell’odierna espressione, è solo noto che ha subito un finish di 9 mesi in botti ex-Sherry PX, la tipologia più dolce del celebre vino liquoroso e che è stato imbottigliato a grado pieno, senza riduzione.
La provenienza non è necessariamente Islay: gli imbottigliatori hanno chiaramente spiegato che i propri malti potrebbero provenire da altre distillerie scozzesi.
Detto questo, credo che non mi resti che verificare quanto vi sia di “bestiale” in questo malto!
Un malto che mi ha lasciato onestamente un po’ interdetto: da un lato vi è una buona complessità aromatica, dall’altro l’anima torbata viene un po’ troppo soppiantata da uno Sherry prevaricante e fin troppo piacione. Mi sembra quasi di bere uno Sherry PX con una lieve affumicatura e una forte speziatura piuttosto che un single malt. In definitiva, pur non essendo malvagio, risulta un po’ slegato e a tratti dissonante. Amo lo Sherry PX in purezza, e a volte può dare un grande contributo anche al whisky. In questo caso, qualcosa non ha funzionato. Tuttavia, a sottolineare per l’ennesima volta la soggettività di una recensione, segnalo che all’amico Lamberto è piaciuto di gran lunga più di me.