Ciao Maurizio, ti chiedo scusa in anticipo se con queste mie parole “violerò” in parte la riservatezza che ti era propria, ma il mio cuore mi dice di fare così e poi, lo sai, sono un “napoletano casinista” e non riesco a non dirti niente, anche stavolta. Voglio ripercorrere, seppur in modo fugace, alcuni momenti salienti della nostra amicizia, consapevole che non si può (e non ne ho certo intenzione) descrivere un uomo con delle semplici parole.
Ci conoscemmo 7 anni fa, alla prima edizione del Milano Whisky Festival a cui partecipai. Mi presentai, tu mi accogliesti calorosamente, già leggevi questo spazio ma io non ti conoscevo. Fu l’inizio di una bella amicizia, costellata da una sagace ironia (la tua, ovviamente), un reciproco rispetto e tanta condivisione. Non solo della passione per il whisky che accomuna entrambi e che per te era anche il tuo lavoro, ma di tutto… quante chiacchierate abbiamo fatto, parlando di politica, giustizia, diritti e attualità?
Come dimenticare quando fui coinvolto per la selezione congiunta che tu e Max organizzaste, desiderando rendere partecipi i blogger italiani, quel meraviglioso Single Cask di GlenDronach? Bellissima giornata all’Aranciera di San Sisto, all’epoca sede dello Spirit of Scotland.
Ne seguì poi un altro, sempre sotto la tua regia, nella cornice dell’Harp Pub di Angelo Corbetta. Altro momento memorabile.
E come potrei, ancora, dimenticare quando con Federico venni in Scozia nel 2014 e tu gentilmente ci organizzasti una visita da Kilchoman e un tour privato da Springbank e Glengyle, in cui venisti con noi? Quante risate… non solo quella volta ma in ogni circostanza in cui ci siamo incontrati, negli eventi dedicati al nobile distillato che, tra le varie, ci accomunava, nonché nelle interminabili conversazioni di cui prima, in cui non hai mancato di insegnarmi molto, moltissimo.
Ah, e i campioni, Maurizio… una piccola parentesi su questo devo farla, per il tuo contributo, non solo morale, a questo modesto spazio online. Dietro quell’aria fintamente burbera, e quell’ilare sbigottimento quando mi vedevi arrivare con la borsa, non ti sei mai risparmiato, un po’ per l’amore della condivisione, un po’ perché “sono ragazzi, scrivono di whisky”.
Con te se ne va un pizzico d’ironia, di leggerezza che più spesso ci vorrebbe, una grande cultura comune a pochi, un’immensa passione.
Io non ti dimenticherò.
Conservo ancora quella bottiglia che mi regalasti per il mio 30esimo compleanno, credo sia giunto il momento di aprirla, dedicandola a te.
So che oggi provo un grande vuoto e ciò mi rende immensamente triste. Il mondo, non solo quello del whisky, è un po’ più grigio.
Ciao Maurizio, amico mio. È stato un privilegio indescrivibile.
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