Tipologia: Speyside Single Malt Scoth Whisky
Provenienza: Speyside – Scozia.
Volume alcolico: 48,8%
Prezzo consigliato: 70 euro.
Reperibilità: Bassa, ancora disponibile presso alcuni rivenditori specializzati online.
Craigellachie è probabilmente un nome che non dirà molto ai più. Per molto tempo, infatti, precisamente fino al 2014, il malto prodotto da questa distilleria dello Speyside è confluito quasi totalmente nel popolare blended Dewar’s. Situata nell’omonimo centro, praticamente nel cuore di una zona storicamente ricca di distillerie, è stata fondata nel lontano 1891 da Peter Mackie (all’epoca, proprietario di Lagavulin) per fornire malto aggiuntivo da impiegare nel White Horse, blended tuttora esistente. Di conseguenza, anche ai suoi albori, non vide una linea propria di single malt.
Progettata secondo i criteri più moderni dell’epoca dal famoso architetto Charles Doig, più volte menzionato anche su queste pagine, la distilleria ebbe diversi cambi di mano per finire infine alla John Dewar & Sons nel 1998. L’attuale proprietario di John Dewar, Martini, pur destinando ancora la stragrande maggioranza del whisky al blended di cui in incipit, ha deciso di rilasciare finalmente un range di single malt, composta attualmente da un 13 anni, un 17, 19, 23 e 31.
Nel mentre, gli indipendenti non sono rimasti inerti. Oggi infatti esaminerò non un rilascio ufficiale, bensì un giovane esponente realizzato da Valinch & Mallet nel 2017.
Single cask di 333 bottiglie, imbottigliato al 48,8%, è un Craigellachie 10 y.o. inserito nella serie “Young Masters Edition”. Nonostante spesso le release di V&M si esauriscano molto velocemente, è ancora disponibile in diversi store online (ad es. Spirit Academy).
Ottima occasione per introdurre questa distilleria, no?
Ho quasi fatto un salto sulla sedia leggendo, all’inizio della recensione, che fino al 2014 i malti della Craigellachie finivano unicamente nei blended della Dewar.
E’ quell’aggettivo “unicamente” che mi ha lasciato perplesso, come se prima del 2014 nessun malto della Distilleria in parola fosse stato imbottigliato come single.
Non è così.
Basta ricordare alcuni imbottigliamenti di peso a metà degli anni ’90, dal 14 anni Flora &Fauna al 22 anni Rare Malts, e, più recentemente, il rilascio da parte della stessa Dewar nel 2004 di un 14 anni come parte di una “triade” comprendente altresì un Aultmore 12 anni ed un Royal Brackla 10 anni.
Ma il Craigellachie che mi è più caro ricordare è ancora un 14 anni, imbottigliato a 60° secchi da Milroy nel 1995, che Jim Murray definiva semplicemente outstanding.
Grazie per il tuo commento. Sostanzialmente, salvo rarissime eccezioni quali quelle menzionate da te, peraltro in tiratura limitata, Craigellachie veniva impiegato esclusivamente per i blended. Ovviamente imbottigliamenti sia ufficiali che indipendenti vi sono sempre stati, come per innumerevoli altre distillerie. Intendevo sottolineare che per quanto concerne la quasi totalità della produzione, semplicemente non vi erano release ampiamente disponibili. Insomma, non esisteva un vero core range, differentemente dagli ultimi anni. Farò una precisazione aggiungendo un “quasi”.