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Ballantine’s Finest

Informazioni:

Tipologia: Blended Scotch Whisky

Provenienza: Scozia.

Volume alcolico: 40%

Prezzo consigliato: 15 euro.

Reperibilità: Ampia, disponibile anche presso la GDO.

Cenni storici e osservazioni personali:

Dato che non si può sempre parlare di malti rari, oggi esaminerò il Ballantine’s Finest, il più basilare tra i blended del celebre marchio, uno dei più venduti a livello mondiale.

Il Ballantine’s Finest recensito oggi proviene da bottiglia acquistata qualche mese fa, di conseguenza è il rilascio recente. Come per i fratelli maggiori, questo blended ha una ricetta che impiega numerosi malti diversi, con enfasi su Miltonduff. Glenburgie e Glentauchers (recentemente, sono stati rilasciati anche tre single malt 15 anni, dedicati proprio ai malti principali… finora ho esaminato il Glenburgie), ma anche quattro single grain.

Commercializzato nella fascia economica, come whisky No Age Statement, è ampiamente reperibile, anche tramite la grande distribuzione.

Note di degustazione:

Aspetto: Oro.

Olfatto: Leggeri sentori floreali misti a prato appena tagliato e tocco di lime. Una discreta pera e un substrato di cereali chiudono un olfatto purtroppo piuttosto banale e, onestamente, troppo sfuggente. I sentori sono infatti fugaci, vagamente distinguibili e, francamente, troppo leggeri.

Palato: Corpo fin troppo inconsistente, con un mix di note fruttate e cereali poco incisivi. Possibile rinvenire pera, tracce di mela, fette biscottate. L’impressione è quella di un whisky eccessivamente diluito.

Finale: Breve, con un’evoluzione talmente veloce da renderlo quasi inesistente.

Per il mio personale gusto, non posso esprimere un giudizio molto positivo sul Ballantine’s Finest. Olfatto poco incisivo, palato scialbo con sentori vagamente distinguibili, finale molto rapido, quasi inesistente. Indubbiamente è un blended entry level dal costo contenuto, tuttavia per me gli esponenti più maturi presentano (in meglio) una differenza abissale con questo giovane NAS.