Informazioni:
Tipologia: Islay Single Malt Scotch Whisky
Provenienza: Isola di Islay – Scozia.
Volume alcolico: 54,9%
Prezzo consigliato: 200 euro.
Reperibilità: Rara, reperibile presso aste o rivenditori specializzati.
Cenni storici e osservazioni personali:
Chorlton Whisky è un selezionatore indipendente britannico (di Manchester, per la precisione) che è recentemente approdato nel Belpaese grazie alla solerzia di Beija-Flor, già importatore di gemme come Springbank (e relativi marchi collegati), GlenDronach, Cadenhead’s e non solo.
Le prime bottiglie, sfortunatamente già tutte esaurite, ad arrivare in quel di ottobre in Italia furono un Ben Nevis 23 anni (di cui parlerò in una futura recensione), un Tomintoul 14 anni, un insuale Mackmyra 13 e, infine, il Port Charlotte 15 oggetto di questa recensione.
Ben Nevis è già stato recensito dagli amicicolleghi di Whisky Art e WhiskyFacile (loro, grazie al prode Zucchetti, anche il whisky in disamina odierna), e si è rivelato essere un eccellente whisky, andato rapidamente soldout, complice il prezzo più che onesto e una bontà disarmante… ma eviterò spoiler.
Tornando al nostro Port Charlotte, si parla ovviamente di un whisky torbato prodotto presso la distilleria Bruichladdich, su Islay.
Torbato generalmente possente ma elegante, sovente ha visto release da parte di selezionatori indipendenti, alcune peraltro memorabili.
Quest’espressione è a grado pieno, ben 54,9%, è stato realizzato in sole 132 bottiglie, senza essere stato filtrato a freddo e con il proprio colore naturale. La maturazione è avvenuta in botti ex-Bourbon.
Piccola postilla di carattere estetico: le bottiglie recano tutte delle splendide illustrazioni in stile medievale (a tratti quasi fantasy) realizzate da David, il patron di Chorlton.
Note Degustative:
Aspetto: Oro.
Olfatto: Potente connubio tra una torba incisiva e brezza oceanica: note taglienti e sporche di catrame, si fondono a un odore di alghe ed aringhe, senza dimenticare i molluschi. A momenti, sembra di avere il mare che lambisce le coste di Islay nel bicchiere! Nonostante la massiva presenza di questi sentori, che per un novizio potrebbero sembrare un po’ coprenti, vi è molto, molto di più: cioccolato fondente, liquirizia dolce, sprazzi di vaniglia. Ancora, un piacevolissimo lato erbaceo ed aromatico contraddistinto da menta, salvia, leggero rosmarino. Un olfatto decisamente stratificato e complesso. Dopo alcuni minuti, la fumosità e i sentori marini si attenuano, creando un ulteriore equilibrio. E’ un dram a cui dedicare il giusto tempo (come lo meritano tutti, del resto).
Aggiungendo qualche goccia d’acqua si “ingentilisce” attenuando il fumo e il mare e riverberando il lato più dolce. Onestamente? Preferibile in purezza.
Palato: Estasi di potenza, con un fumo deciso ma elegante nel suo intrecciarsi ad una perdurante liquirizia dolce (avete presente le rotelle Haribo? Quelle.) Un bel po’ di frutta secca tostata, con prevalenza delle nocciole. Poi, una piacevole nota piccante, che ricorda lo zenzero ma anche il peperoncino. Una continua persistenza di fumo da camino appena spento che rimane per tutto il tempo, senza però offuscare ed anzi integrandosi alle altre note.
Con acqua: grossomodo immutato, con un’enfatizzazione del peperoncino. Meglio senza, non c’è dubbio.
Finale: Lungo, con un fumo intenso, tocco di cioccolato extra fondente, leggera vaniglia, peperoncino e zenzero, senza dimenticare l’onnipresente liquirizia.
Eccellente malto di Chorlton, un imbottigliatore che spero di vedere sempre più su queste pagine. Strutturato ed elegante, è un whisky decisamente validissimo, con una storia da raccontare, fatta di mare, fumo e molto di più.
Colgo l’occasione per fare mea culpa dato che, preso dal trambusto, non ne ho acquistato nemmeno una bottiglia. Spero di poter rimediare in futuro.
Ah, ho notato diverse similitudini tra i sentori riscontrati da me e quelli narrati dal sommo Zucchetti sulle pagine di WhiskyFacile che, a quanto pare, ha gradito ugualmente. Sulla valutazione finale, sarò leggermente più generoso, ma è giusto un’inezia. Carattere, tanto carattere. Che whisky!