Informazioni:
Tipologia: Lowland Single Malt Scotch Whisky
Provenienza: Lowlands – Scozia.
Volume alcolico: 55,3%
Prezzo consigliato: 1400 euro.
Reperibilità: Rara, reperibile presso aste o rivenditori specializzati.
Cenni storici e osservazioni personali:
Dopo un bel po’ di tempo, torno a parlare di uno dei miei malti preferiti: Rosebank! Come già saprete, la distilleria è purtroppo chiusa dal 1993 (è in programma una riapertura da parte di Ian Macleod Distillers, ma di nuovo whisky non se ne vedrà certo a breve…) e di conseguenza è un whisky molto raro, i cui rilasci ufficiali sono stati sporadici e nemmeno tra gli indipendenti si annoverano molti imbottigliamenti.
Oggi esaminerò una release ufficiale, il Rosebank 21 y.o. 1992 imbottigliato nel 2014 da Diageo, fino a poco fa detentrice del marchio e delle scorte residue del gioiello delle Lowlands.
La release segue una precedente del 2011, che personalmente mi piacque molto. All’epoca, peraltro, ebbi anche la fortuna di acquistarne due bottiglie a prezzi decisamente più bassi delle quotazioni odierne… bei tempi!
Ad ogni modo, senza perdermi troppo in preamboli, aggiungerò che l’espressione in disamina odierna è a grado pieno, 55,3%, ottenuta da maturazione in botti ex-bourbon refill, senza filtrazione a freddo e senza aggiunta di coloranti.
Al momento, è reperibile presso alcuni negozi specializzati e a volte spunta tra le aste di settore.
Sperando di riscontrare la medesima qualità del rilascio precedente, procedo all’assaggio.
Note Degustative:
Aspetto: Oro pallido.
Olfatto: In purezza, si mostra fin da subito molto floreale, con un mix di camomilla, rose e calendule. Non manca un delicato tratto agrumato, di scorzetta d’arancia e succo di limone. Lieve sentore di terriccio bagnato, prato appena tagliato. La parola d’ordine è la delicatezza, senza alcun dubbio.
L’elevata gradazione non inficia su questo tratto, che è nitidamente percepibile e perfettamente in linea con lo stile di Rosebank.
Con acqua, sostanzialmente immutato salvo una maggiore presenza del tratto terroso e la comparsa di un piacevole anice stellato. Che gran malto!
Palato: Corposo e incisivo, con una struttura decisamente notevole contraddistinta da vaniglia decisa, zucchero e note d’orzo maltato (a tratti, fetta biscottata) ma anche da un gradevole agrume, nella declinazione del limone. Ecco, vi ho detto che è corposo ed incisivo, ma il tutto rientra sempre nella cornice della delicatezza. E’ forse un concetto difficile da spiegare con le parole, ma chi ha provato un Rosebank, sicuramente capirà ciò che voglio intendere.
Con acqua si apre ulteriormente, con enfatizzazione del tratto citrico, distintivo di questo malto. Al contempo, compare una piacevole prugna e un leggerissimo tocco aromatico di menta. Eccellente.
Finale: Lungo, non particolarmente complesso ma pulito e gradevole, contraddistinto da note di limone, tocco di menta e residui zuccherini.
Altra perla di Rosebank, difficile trovare delle pecche. Uno stile estinto che forse rivedrà la luce ma che, nel mentre, non trova eguali tra i superstiti delle Lowlands. Ammalia con una delicatezza trascendentale, senza risultare mai banale e, anzi, accattiva con la sua mai scontata e solo apparente semplicità. Ce ne vorrebbero di più di whisky così. Persino superiore, seppur di poco, al precedente rilascio.