Informazioni:
Tipologia: Highland Single Malt Scotch Whisky
Provenienza: Highlands – Scozia.
Volume alcolico: 52,13%
Prezzo consigliato: 800 euro.
Reperibilità: Bassa, disponibile alle aste o da rivenditori specializzati.
Cenni storici e osservazioni personali:
Glenugie, come purtroppo saprete, è chiusa dal lontano 1983, vittima di una crisi generalizzata dello Scotch Whisky che fortunatamente ora è solo un ricordo quasi remoto. Non fu l’unica a cadere ma, differentemente da altre distillerie di cui è stata annunciata recentemente una prossima riapertura (Brora, Port Ellen e Rosebank) non vi sono al momento piani di ripristino.
Anzi, il complesso della distilleria è stato completamente demolito. Che poi, nessuno potrà dirci quale sarà il livello qualitativo dei “nuovi”, è un dato di fatto; tuttavia, avrebbe fatto piacere un tentativo…
Glenugie, di conseguenza, è un malto piuttosto raro. A mio parere ingiustamente sottovalutato per anni, è ormai estremamente ben considerato tra i più fini conoscitori.
Di imbottigliamenti ve ne sono pochissimi e quello in disamina odierna rappresenta un “ufficiale”, essendo stato rilasciato da Chivas Brothers Ltd, proprietaria del marchio, nel 2011.
Malto trentenne, imbottigliato a grado pieno per la serie “Deoch an Doras” che, in gaelico, vuol dire “da bere in strada”.
L’espressione rasenta uno dei pochi ufficiali esistenti, in quanto in passato gran parte del malto di Glenugie veniva impiegato per i blended scotch. Gran parte degli imbottigliamenti disponibili sono infatti stati realizzati da selezionatori indipendenti. A tal proposito, non potrò mai essere grato abbastanza a Francesco de “Lo Spirito dei Tempi” da cui acquistai un eccellente Glenugie di Duncan Taylor ad un prezzo notevolmente più basso rispetto alle quotazioni attuali. Bottiglia peraltro ampiamente condivisa con altri amici e blogger che hanno, come me, espresso la propria opinione.
Orbene, testiamo con la dovuta reverenza questo malto estinto.
Note Degustative:
Aspetto: Ambra, con riflesso mogano.
Olfatto: Note di Sherry molto invecchiato: dense prugne e datteri, ma anche cioccolato fondente e suadenti frutti rossi, tra cui domina una ciliegia in infusione alcolica. Al contempo, eleganti noci e una vivida cera d’api. Fumo leggero e una discreta traccia di polvere da sparo. Caffè espresso, tocco astringente di tannini comunque non eccessivi. Con acqua, ulteriormente intrigante con le note sherried a farle da padrone senza essere mai ruffiane ma anzi nobilmente antiche e raffinate. A tratti, sembra quasi un tartufo al cioccolato fondente, di quelli artigianali, intriso di liquore alla ciliegia. Il tutto, senza però dimenticare la splendida cera e un leggero tocco balsamico, direi di mentolo.
Indubbiamente è percepibile l’età, ma non è certo un malto “spento”. Anzi, è decisamente intenso.
Palato: Pieno e avvolgente, con il riverbero delle note sherried di cui all’olfatto, cui si aggiunge un gradevole mandarino, nonché delle arance candite. Anzi, per essere più precisi, scorzetta d’arancia ricoperta di cioccolato fondente. Discreta nota di pepe nonché altre spezie (cannella, leggero cardamomo). Il tratto legnoso è tuttavia ben più presente che all’olfatto, divenendo un po’ fastidioso, pur non oscurando la grandezza complessiva di questo malto. Con acqua, tale aspetto si ingentilisce e il legno non è più un problema. Per il resto rimane sostanzialmente immutato, salvo un guizzo di caffè espresso prima assente.
Finale: Lungo, contraddistinto da datteri, fichi, scorzetta d’arancia ricoperta di cioccolato, leggero fumo, caffè espresso.
Finora, anche se su una base purtroppo limitata a causa della rarità, non ho trovato un Glenugie malvagio. Quest’imbottigliamento ufficiale è solo il terzo che recensisco ma, come per i due precedenti, siamo su un livello decisamente alto. Peccato per il tratto legnoso che necessita di un discreto apporto d’acqua per divenire più domo. Per il resto, malto sontuoso. Leggermente inferiore come mera valutazione numerica rispetto ai precedenti ma ugualmente di spessore!