Informazioni:
Tipologia: Islay Single Malt Scotch Whisky
Provenienza: Islay – Scozia.
Volume alcolico: 60,4%
Prezzo consigliato: 250-300 euro.
Reperibilità: Bassa, disponibile alle aste o da rivenditori specializzati.
Cenni storici e osservazioni personali:
Quest’oggi si torna su Islay con un malto altamente torbato, ad opera di Bruichladdich e, precisamente, curato personalmente dal leggendario Jim McEwan, ora in forza alla neonata Ardnahoe, la nona distilleria di Islay, inaugurata recentissimamente.
Jim ha lavorato per oltre 40 anni a Bruichladdich, sovente gli imbottigliamenti da lui curati sono stati considerati eccelsi.
Port Charlotte, lo rammento, designa per l’appunto dei malti heavily peated prodotti dalla celebre distilleria Bruichladdich (o Laddie, per gli amici). Non arriva al livello di torbatura di Octomore, anch’esso prodotto lì, ma è comunque piuttosto imponente (40-50 ppm).
Il Port Charlotte 10 y.o. 2007-2017 oggetto di questa recensione, fa parte della serie “Valinch”. Valinch, breve inciso, è il nome della “siringa” con cui viene prelevato il whisky dalle botti. L’aggiunta “Cask Exploration 18” indica che il whisky oggetto di questa disamina rappresenta la 18esima release di questa serie, che ha visto notevoli sperimentazioni in termini di doppia maturazione, con l’uso anche di Cask inusuali.
Le espressioni di questa gamma sono state scelte, come detto in incipit, personalmente da Jim McEwan e provengono da singole botti, selezionate per la propria individualità. Tutti i whisky “Valinch” sono Cask Strength e disponibili in tiratura limitata, in base a quanto riuscito a realizzare dalla botte di provenienza.
Questo Port Charlotte, concludo, ha subito una doppia maturazione: ex-Bourbon ed ex-Sherry. Dagli appassionati, è considerata una delle migliori release della serie.
Ah, quasi dimenticavo: la release era originariamente disponibile esclusivamente presso la distilleria. Trovarlo non è quindi facile, benché l’abbia avvistato in alcune aste online.
Cosa avrà in serbo per noi stavolta il buon Jim? Non ci resta che scoprirlo!
P.S. Ringrazio il caro amico Antonio Oliviero (Tony) per il gentile campione a scopo recensivo!
Note Degustative:
Aspetto: Ambra con venatura rubino.
Olfatto: Preludio di succulenti note carnose, di bollito di manzo ma anche bacon arrostito. Al contempo, nitidamente percepibili note ex-Sherry quali cioccolato fondente e frutta secca tostata, nella declinazione delle nocciole. Torba decisamente elegante e notevolmente massiva ma, onestamente, piacevolmente integrata.
Peraltro, temevo che l’elevata gradazione lasciasse promanare un sentore alcolico evidente, invece sono piacevolmente sorpreso nel notare un alcol non invasivo. Ovvio, è percepibile, ma non in maniera così massiva. Sembra anzi quasi un grado standard.
Con il passare dei minuti, alle sfumature carnose sopra evidenziate, si aggiunge un gradevole prosciutto cotto affumicato.
Ancora, notevole caffè espresso, che impreziosisce il tutto.
In fundis, note citriche di limone appena accennato e delicati fiori d’arancio.
Eccellente olfatto, non c’è che dire.
Con acqua, sostanzialmente immutato.
Palato: Potente e speziato, con pepe bianco, note vinose da Sherry quali cioccolato fondente, frutta secca tostata (alle nocciole si aggiungono anche le noci), piacevole tocco da liquore all’arancia (Gran Marnier), torba ben più doma che in sede olfattiva (dove era comunque ben integrata), deciso caffè espresso.
Discreta sapidità, punta di liquirizia.
Gran bel malto anche al palato, con una struttura ed una potenza notevoli.
Con acqua, enfatizzazione del caffè e della frutta secca tostata.
Finale: Lungo, innestato su una torba elegante, sentori vinosi, cioccolato fondente, gradevole sapidità, pepe nero.
Dieci anni sono pochi per un single malt? No, dipende dal malto… sovente ho avuto modo di esaminare whisky “giovani” con una notevole individualità e un carattere mirabile. Ecco, questo Port Charlotte è tra quelli: un whisky potente ma al contempo complesso, in cui un’anima più tagliente convive con un aspetto più sensuale.
Valido, validissimo! Che Jim McEwan fosse un titano lo sapevamo già, tuttavia non smette mai di stupire.