Informazioni:
Tipologia: Fine Champagne Cognac
Provenienza: Cognac – Francia
Volume alcolico: 40 %
Prezzo consigliato: 70 €
Reperibilità: Media
Cenni storici e osservazioni personali:
Courvoisier è uno dei più noti produttori di Cognac. La sua storia inizia agli inizi dell’800 quando Emmanuel Courvoisier ed i suo socio Louis Gallois decisero di inziare a produrre vino e distilati, fondando una società con sede a Bercy, piccolo centro nei pressi di Parigi. La fama della qualità del prodotto crebbe a tal punto che, nel 1811, furono onorati di una visita dell’Imperatore, Napoleone Bonaparte. Sebbene la società cambiò nome in Courvoisier solo nel 1835 e Napoleone morì nel 1821, la leggenda vuole che il Cognac di Emmanuel fosse il preferito dell’Imperatore che addirittura ne volle con sè diverse casse durante il suo esilio sull’Isola di Sant’Elena. Per questa ragione, tuttora Courvoisier, con fierezza si dichiara produttrice del “Cognac di Napoleone”. Successivamente l’azienda fu acquisita da vari produttori fino ad arrivare, ad oggi, nelle mani del colosso Beam Inc.
La gamma Courvoisier è piuttosto vasta e comprende Cognac “quotidiani” come i VS e il VSOP fino ad arrivare a prodotti estremamente raffinati come il Courvoisier Napoleon, l’XO Imperial, l’Initiale Extra o gli esclusivi ” L’Essence de Courvoisier” e “Succession J.S.” prodottI in tiratura estremamente limitata.
Il Cognac di cui vi parlerò oggi è quello che vanta la preferenza di Napoleone, almeno secondo la casa. E’ stato intitolato Napoleon, ed è un prodotto molto elegante ma intermedio nella vasta gamma di Courvoisier. E’ composto da una miscela di Cognac Grande Champagne e Petit Champagne, le migliori zone di provenienza. L’invecchiamento medio dei Cognac contenuti in questo blend è di 20 anni, quindi piuttosto elevato.
Lo trovo un prodotto elegante, sottile e complesso, l’unione di Grande e Petit Champagne lo rende molto strutturato e piacevole!
La bottiglia è piacevolmente retrò, basandosi su quelle prodotte oltre un secolo fa. Etichetta molto elegante, bottiglia di vetro verde scuro con nastro ed emblema. Molto bella da vedere, vediamo ora se anche il contenuto è di rilievo.
Note Degustative:
Aspetto: Color Ambra
Olfatto: Sentore di legno, data la lunga permanenza in botte dei cognac da cui è composto. Frutta secca molto presente ma anche una nota dolce di sherry che si apre a vaniglia e ad un tocco di miele! Ottimo!
Palato: Pieno, frutta matura molto piacevole e calda,ma anche spezie e frutta secca. Completano il tutto un sentore legnoso e miele, come nell’olfatto! Un gran Cognac!
Finale: Di media lunghezza, ma molto godibile e apprezzabile. Suadente ed elegante!
Il Cognac di Napoleone vale l’acquisto. E’ vellutato, gentile ma al contempo possente, esprime piuttosto bene la lunga tradizione di Courvoisier. Ha un buon rapporto qualità/prezzo, ma non è facilissimo da reperire. Ottimo nel dopocena, da bere da solo, rimembrando i fasti dell’era napoleonica!
Analisi impeccabile, affascinanti le note storiche, un’ottima recensione per un cognac che sicuramente proverò! 🙂
Lieto che la recensione ti sia piaciuta! E’ un grande prodotto, da provare assolutamente!
Quando un cognac è suadente e carezzevole, pur essendo giovane, drizzate le antenne: spesso ciò è dovuto al generoso zuccheraggio (additivo permesso). Le grandi aziende ci danno dentro per compiacere il gusto del consumatore medio.
Il cognac in questione è un Napoleon (= invecchiamento teorico min.5 – max.18 anni), di solito le grandi aziende lo imbottigliano a 12 anni: se è un Fine Champagne (51% min. Grande Champagne, il resto Petite Champagne) a quell’età sarà ancora spigolosetto e ruvido, pur se fruttato e con accenni di porto e vaniglia, pe cui lo zucchero sarà tanto.
A pari invecchiamento, un cognac dei Fins Bois in purezza (senza zucchero) sarà nettamente superiore (consigli di degustazione: un 12 Ans di Chateau de Beaulon o il più reperibile Gourmel Age du Fruit vi daranno l’idea di cos’è un cognac non ‘truccato’ di quell’età).
PROSIT !
Dalle mie informazioni, sapevo che questo Cognac beneficiava di un invecchiamento medio maggiore. Indubbiamente l’aggiunta di zucchero, di cui sono al corrente, tende a “truccare” un po’ il gusto. Al contempo, è un prodotto che ho trovato piuttosto elegante e interessante, in proporzione ad altri Napoleon prodotti da altre case. Mi sento quindi di consigliarlo per un approccio iniziale, premesso che la recensione è oggettivamente soggettiva 🙂 Sicuramente, un cognac senza zucchero aggiunto offrirà un gusto più “pulito” senza artefatti, e non mancherò di sottolinearlo quando sarà il momento.
La ringrazio per il suo prezioso commento!
Buonasera, naturalmente ho letto la recensione, ma la rileggeró più volte, aspettando l’occasione di, magari, assaggiarlo.
Per il momento mi sono accontentato di assaggiare il mio primo Cognac, nel VS di questa casa.
Ho una domanda che esula dal contenuto della recensione.
Il Cognac é Cognac e il Brandy é Brandy?
Oppure sono due modi per chiamare due cose, che, nella sostanza, sono strettamente collegate per, materie prime, metodi di lavorazione, altro?
Mi ricordo che quando ero bambino, indicando gli spiriti della credenza(Oro Pilla, Stock84, Vecchia Romagna), chiedevo a mio nonno cosa fossero, e lui rispondeva:”Cognac”.
Buonasera.
Salve Enrico,
tutti i distillati di vino sono definiti Brandy. Il Cognac, in quanto tale, è pertanto un brandy al pari dell’Armagnac, dei brandy italiani come quelli da lei menzionati, dei brandy spagnoli ecc.
Cambiano, ovviamente, le zona di produzione, la materia prima utilizzata (sostanzialmente, il tipo di uva) e il tipo di distillazione. Tutti questi aspetti sono regolati dai rispettivi disciplinari.
Tutti i distillati di vino che troverà sul blog, indipendentemente dal luogo di produzione, sono inseriti nella categoria “Brandy”, in quanto inclusiva di tutte le tipologie. Ovviamente, vi sono notevoli differenze tra un Cognac e un brandy spagnolo, che cerco di spiegare negli articoli.
Un caro saluto e grazie del commento!