Cari amici, quante volte, su queste pagine, ho ripetuto che per me il whisky è molto più che un nobile distillato, ma un momento di conoscenza, passione e convivialità?
Ebbene, non ho altri termini per definire il pregevolissimo “My Name is Whisky” che immortala alcune delle più brillanti stelle nel panorama dell’amato distillato. Lo stesso sottotitolo del libro, aggiunge infatti, “Un cielo pieno di stelle”. Sfogliando il tomo a cura di Davide Terziotti, Simon Paul Murat e Fabio Petroni, è impossibile non notare fin da subito l’immenso sforzo degli autori nel presentare le interviste a personaggi estremamente significativi, diversi dei quali nostri connazionali.
Già, perche il Single Malt è sempre stata una “italian passion” , come riportato anche nel titolo di un libro di Angeloni rilasciato quasi 20 anni fa. E’ innegabile che alcuni dei principali attori della scena internazionale siano Italiani: da Max Righi a Giorgio D’Ambrosio, senza dimenticare Nadi Fiori e Valentino Zagatti e, ancora, passando per Luca Gargano, Andrea Giannone e Giuseppe Begnoni. Tutti, con la propria opera, hanno dato un contributo più che notevole alla conoscenza, diffusione e crescita della passione verso il principe dei distillati, lo Scotch Whisky. My Name is Whisky è molto più che una rassegna di interviste: è un insieme di storie, poesia, paesaggi ed esperienze di vita, tutte unite dal whisky come il più nobile tra i collanti.
Non mancano le storie di tante personalità estere, di uguale importanza: collezionisti e rivenditori come Sukhinder Singh di The Whisky Exchange, selezionatori come Mark Watt di Cadenhead’s, Master Distiller del calibro di Jim McEwan e Richard Patterson e, ancora tanti altri scelti tra i più i noti del mondo. Non li riporto tutti per non rovinarvi la sorpresa…
All’aspetto collezionistico sono dedicate molte pagine del libro, composte da fotografie in altissima qualità realizzate da esperti del settore, quali Simon Paul Murat e Fabio Petroni. Personalmente, mai viste foto di imbottigliamenti rari in un libro rese così magnificamente, peraltro a grandezza naturale.
My Name is Whisky è quindi un testo dalle molteplici sfacettature: da un lato sarà utile al collezionista, cui principalmente si rivolge nell’intenzione degli autori, per ammirare in dettaglio espressioni molto rare e ricercate, provenienti da alcune delle più grandi collezioni del mondo. (Mirabile poi lo sforzo nel classificare online, gratuitamente, tutte le espressioni magistralmente riprodotte nel testo, scansionando il QR Code posto alla fine) Al contempo, per qualunque appassionato, costituirà una risorsa notevole e una miniera di piacevoli dettagli sulle persone che operano costantemente nel settore, perché, non dimentichiamolo, vi sono degli uomini dietro la grandiosità del whisky. Ognuno di loro porta con sé un bagaglio di esperienze e conoscenze che questo libro si offre di trasmettere e, a mio parere, ci riesce degnamente.
Certo, i testi che parlano di distillazione e tipologie produttive sono sempre interessanti, ma ve ne sono già diversi mentre questo libro costituisce una novità, almeno nel panorama editoriale di settore italiano. Trasuda immensa passione, che si evince anche dalle splendide poesie che intervallano le parti del testo e il commovente omaggio al recentemente scomparso Maestro Silvano Samaroli.
Per me è una lettura piacevolissima, un tomo colossale (anche nel volume, ben 480 pagine per quasi 2 kg di peso) che non dovrebbe mancare nella libreria di ogni vero appassionato.
Il libro, edito da MBook International, è facilmente reperibile sia in Italiano che in Inglese presso Amazon o altre librerie online, al prezzo di 89 euro.