Informazioni:
Tipologia: Islay Single Malt Scotch Whisky
Provenienza: Islay – Scozia.
Volume alcolico: 40%
Prezzo consigliato: 30- 35 euro.
Reperibilità: Ampia. Disponibile presso rivenditori specializzati.
Cenni storici e osservazioni personali:
Su queste pagine vi ho parlato spesso di Laphroaig, il malto più medicinale di Scozia, tuttavia ho finora omesso di parlarvi del mainstream, il single malt di Islay più venduto: il Laphroaig 10 y.o.
Ammetto che fu uno dei primi malti che provai, data la sua facile reperibilità già da molti anni (un tempo però costava molto meno…ah, l’inflazione e le tasse!), poco dopo aver provato il mio daily whisky preferito, il Lagavulin 16 y.o.
Tuttora, di tanto in tanto lo riprovo. Credo sia quindi ora di scrivere due righe sull’ultima incarnazione di questo celebre whisky.
L’imbottigliamento esaminato è dell’anno in corso, 2017.
Sovente, ho sentito lamentele in merito a come si sia evoluto negli anni e, in effetti, gli imbottigliamenti fino agli anni ’90 erano ottimi, a tratti memorabili. Ad ogni modo, non parto prevenuto e procedo!
Note Degustative:
Aspetto: Oro.
Olfatto: Estremamente medicinale: garze, antisettico, medicinali (Novalgina a go go!), canfora… sembra di trovarsi nella sala d’attesa di un ospedale! Al contempo, cenere, tracce di catrame. Benché il tratto medicinale sia onnipresente, vi è anche un’anima costiera che si espleta in discreta grandezza: brezza marina, iodio, alghe miste a frutti di mare. Ancora, bacon arrostito. Differente dalle incarnazioni di 20-30 anni fa, meno vibrante, ma comunque piacevole.
Palato: Differentemente da quanto si potrebbe pensare in base all’olfatto, risulta abbastanza dolce al palato, con note di caramelle alla liquirizia e leggera pesca, nonché mela gialla. Al contempo, ripropone il tratto costiero, con nota salina ben integrata e frutti di mare. Torba piuttosto decisa e piacevole, accanto al ben noto tratto medicinale, che si ripropone in maniera notevole. Tuttavia, corpo non troppo robusto ed evoluzione un po’ rapida. In fundis, scorzetta di limone.
Finale: Medio-lungo, di fumo intenso amalgamato a iodio, liquirizia e intensa nota medicinale.
Un buon malto di Islay, peccato che la gradazione troppo bassa ne penalizzi il corpo (se fosse più robusto, a mio parere, sarebbe di ben altro livello). Ad ogni modo, più che valido e molto piacevole per gli amanti della torba, tenendo presente la profonda nota medicinale che non piacerà a tutti. Ma del resto, la stessa distilleria ama ricordare che il proprio malto “o lo ami o lo odi”. Confesso di essere tra gli amanti di questo tratto molto distintivo.
Buongiorno,
volevo chiederle se possibile quale altra distilleria presenta whisky con una forta nota medicinale oltre ovviamente a Laphroaig.
Ne ha qualcuno in particolare da consigliarmi? (se possibile come range di prezzo max 100 euro).
P.S. E’ sempre un piacere leggere le sue recensioni
Ogni volta che voglio prendere una bottiglia di whisky per me, o da regalare, o che ne vedo una da qualche parte che non conosco, vengo qui su questo sito a leggere ora sono indeciso se prendere un laphroaig 10 oppure un laphroaig Quarter cask. Quale prendere per primo e quale per secondo? Sono indeciso perché non li conosco, anzi, conosco solo il laphroaig select che però non mi ha entusiasmato per niente.
Per meglio rispondere alla domanda dico cosa mi piace: il mio preferito è il lagavulin 16, poi talisker 10 seppur si sente tutta la sua gioventù. Non mi dispiace il ardbeg 10 seppur è un tira pugni. Vorrei addentrarmi nel panorama laphroaig con il 10 years e il Quarter cask ma non so da quale dei due iniziare.
Ciao Roberto,
grazie del commento e dei gentili complimenti. Tra i due, ti consiglierei di provare prima il Laphroaig 10 e, se ti intriga come caratteristiche (è molto “medicinale”), potresti poi prendere anche il Quarter Cask. Concordo sul Select, un imbottigliamento non memorabile.
Un caro saluto!