Informazioni:
Tipologia: Highland Single Malt Scotch Whisky
Provenienza: Highlands – Scozia.
Volume alcolico: 43%
Prezzo consigliato: 45 euro.
Reperibilità: Ampia.
Cenni storici e osservazioni personali:
Tullibardine è sita nelle Highlands, precisamente a Blackford nel Perthshire, nel medisimo sito che in precedenza vide la presenza di una delle fabbriche di birra più antiche della Scozia. La sua origine è relativamente recente, essendo stata edificata nel 1947.
La produzione è iniziata nel 1949, da allora tuttavia (come per quanto accaduto con diverse altre distillerie), si sono succeduti diversi proprietari. Tra i vari, Invergordon e Whyte & Mackay. Rimasta dormiente dal 1995 al 2003, quando fu acquistata da un gruppo di cinque uomini d’affari per una cifra tutto sommato modesta (1.300.000 euro), ha quindi ripreso l’attività, ampliando anche la capacità produttiva che oggi è di circa 2.500.000 litri annui.
Il range produttivo è piuttosto variegato, vantando anche un 60 years old nella “Custiodians Collection” e altri imbottigliamenti piuttosto maturi come un 20 e un 25 years old.
Oggi vi parlerò del Tullibardine 500 Sherry Finish, un NAS che, dopo un’iniziale maturazione in botti ex-bourbon, è stato affinato in botti ex-Sherry da 500 litri, indi il nome.
Importato in Italia da Beija-Flor, è ampiamente disponibile presso le migliori enoteche fisiche e shop online. L’imbottigliamento in disamina odierna risale al 2016.
Note Degustative:
Aspetto: Oro.
Olfatto: Molto minerale, con sentori metallici e rocciosi (pietra umida), accanto a un deciso tocco erbaceo di prato bagnato e tratti vegetali quali cavolini di bruxelles. A queste note, si aggiunge un discreto apporto di spezie tra cui spicca il cardamomo, accompagnato da una leggera vaniglia e un modesto tocco vinoso. Mele verdi. Discreto apporto di cereali, che divengono più vividi con il passare dei minuti.
Inusuale, non malvagio, pur non regalando eccessive emozioni.
Palato: Di corpo medio, unisce un lato più morbido contraddistinto da sentori da sherry quali cioccolato al latte e leggere prugne, a un lato molto speziato dominato dal cardamomo e dal pepe bianco. Non malvagio, ma anche qui un po’ troppo semplice per i miei personali gusti. Compare, in fundis, un leggero miele, accanto a una piacevole arancia amara.
Finale: Medio, di cacao, pepe bianco, prugne, miele.
Un malto complessivamente piuttosto secco e speziato, non particolarmente complesso ma abbastanza piacevole, pur senza spiccare il volo con particolari prove di eleganza. A tratti, più simile a un blended che a un single malt.