Il GlenDronach 12 y.o. 1963 è un’espressione rilasciata dalla precedente gestione della distilleria, durante gli anni ’70 per il mercato Italiano. Imbottigliato al 43%, fu distribuito da Ruffino Pontassieve. Al giorno d’oggi, è un imbottigliamento molto ricercato tra collezionisti ed estimatori, espressione di uno stile produttivo ormai non più esistente.
Per me, è sempre un piacere avere l’occasione di esaminare i malti di un tempo, sperando di scoprire sensazioni e sentori raramente percepibili in distillati più recenti.
Nonostante la reperibilità sia bassa, alcuni store specializzati lo hanno ancora in catalogo.
Terminata questa breve introduzione, passo subito ad affrontare il cuore della recensione.

Aspetto: Oro lucente.

Olfatto: Vigorose note fruttate, distinguibili in pesca gialla, albicocca, notevole presenza di arance e mandarini preludono alla presenza di note campestri contraddistinte da prato appena tagliato e fieno in abbondanza. Leggera vaniglia. Dopo qualche minuto, piacevole melone giallo! Molto diverso dai GlenDronach moderni ma estremamente valido, fresco e notevolmente fruttato.

Palato: Con un corpo tra il medio e il leggero, ripropone elegantemente le note fruttate, contraddistinte da albicocca in maggior misura, direi crostata, ma anche dalla pesca gialla. Agrumi nuovamente presenti, con maggior accento sul mandarino. Pompelmo rosa. Vaniglia che resta leggera ma che aggiunge un’ulteriore eleganza. Al contempo, tenue pepe bianco e spezie del legno.

Finale: Medio, di agrumi, albicocca e vaniglia.

Un GlenDronach d’altri tempi, sorprendentemente fresco e vitale, armonico nelle sue componenti. Delicato e straordinariamente fruttato, nondimeno un’espressione di gran classe, pur se profondamente differente dalle moderne declinazioni di questo malto.