Informazioni:
Tipologia: Blended Scotch Whisky
Provenienza: Scozia.
Volume alcolico: 40%
Prezzo consigliato: 300 euro.
Reperibilità: Media.
Cenni storici e osservazioni personali:
Il Ballantine’s 30 y.o. è uno dei blended più maturi dell’omonimo brand, superato solo da un’edizione 40enne. Composto da oltre 50 malti e grain, ha una componente predominante di Miltonduff e Glenburgie.
Prossimamente mi occuperò della disamina dei più giovani 21, 17 e 12, di cui ho bottiglia (nel caso del 17 e del 12) e campione (per il 21).
Estremamente famoso come blended, la sua storia nasce nel 1827 ad opera di George Ballantine, che in quell’anno decise di aprire un negozio di alimentari ad Edimburgo, iniziando la commercializzazione di whisky, anche se prodotti da altri.
Tuttavia, fu il primo passo per la realizzazione del Ballantine’s, dato che qualche anno dopo George iniziò a produrre i propri blended, delegando invece al figlio maggiore Archibald la gestione del negozio originario.
In quel periodo, seconda metà dell’800, la fama di George crebbe notevolmente ed iniziò ad annoverare clienti importanti, inclusa la Famiglia Reale Hindu.
George si ritirò nel 1881, lasciando il marchio ormai espanso al figlio George Junior.
Dopo alcuni anni, nel 1919, avvenne la cessione dell’azienda a Barclay & Mackinley che, consapevoli della solidità acquisita dal marchio Ballantine’s, ne avviarono il potenziamento. Da allora, sono state diverse le evoluzioni e i cambi di proprietà, con l’intento di garantire sempre la realizzazione di prodotti di buon livello qualitativo.
Attuale proprietario è il colosso Pernod Ricard (che detiene anche la proprietà di Chivas Brothers Ltd, restando nell’alveo dei blended), che persegue la diffusione e la produzione del blended, nelle sue varie espressioni.
Ad oggi, la gamma è piuttosto ampia e il marchio gode di notevole diffusione.
Come detto in incipit, l’imbottigliamento in disamina odierna, il Ballantine’s 30 y.o., costituisce l’espressione più matura subito dietro al 40 years old (quest’ultimo, estremamente difficile da reperire).
Esaminerò, nello specifico, un imbottigliamento del 2017.
Note Degustative:
Aspetto: Oro.
Olfatto: Decisa nota floreale, con rose preminenti accompagnate da delicata vaniglia e toffee, ma anche da una piacevole nota di agrumi. Nitida albicocca. Leggerissimo fumo, accanto a un inusuale sentore da antica libreria (come mi capitò in un antico Talisker, se la memoria non mi inganna…), foglie di tè, leggere spezie. Molto gradevole, delicato, con preminenza del tratto fruttato e floreale.
Palato: Di corpo medio, si presenta discretamente speziato con tratti di pepe bianco e cardamomo. Al contempo, persiste una discreta fumosità. Frutta secca tostata che aggiunge un tocco piacevole, principalmente mandorle e noci.
Continua con un buon lato agrumato, che convive in pacifica armonia con le altre note.
Leggero miele. In fundis, anice. A tratti un po’ astringente, è complessivamente morbido.
Finale: Medio, di agrumi, leggero fumo, mandorle tostate, anice.
Blended valido e piacevole, con una buona armonia complessiva. Una maggiore intensità e persistenza al palato e nel finale, tuttavia, mi avrebbe intrigato maggiormente.
Più fruttato in sede olfattiva, presenta un lato più secco e speziato al palato e nel finale. In definitiva, tra i migliori blended finora recensiti. Non robustissimo, ma ha carattere!