Informazioni:
Tipologia: Blended Scotch Whisky
Provenienza: Scozia.
Volume alcolico: 40%
Prezzo consigliato: 13 euro.
Reperibilità: Ampia.
Cenni storici e osservazioni personali:
Il Johnnie Walker Red Rye Finish è l’ultima aggiunta nel variegato range del brand dello “Striding Man”. Trattasi di un blended scotch ideato dai Blenders di Johnnie Walker con l’intento di ispirarsi ai rye whiskey (composti in misura prevalente da segale) e ai bourbon, a causa della passione personale di Jim Beveridge, Master Blender di Johnnie Walker.
In base a quanto riportato dal sito web ufficiale, i blenders hanno provato oltre 200 whisky diversi (sia malti che grain) prima di giungere al risultato finale. Si sa che in questo blended è contenuto del Cardhu, con l’intento di aggiungere freschezza, e del grain proveniente da Port Dundas (di cui ho molto apprezzato le espressioni Single Cask provate), oltre ovviamente ad altri grain e malti non dichiarati, così come l’invecchiamento.
Il blend, i cui componenti provengono da botti ex-bourbon, ha poi riposato 6 mesi in botti che in precedenza avevano contenuto Rye Whiskey. Come fascia di prezzo, è analogo al più basilare della gamma di Johnnie Walker, il Red, prossimamente oggetto di recensione.
Ho notato un forte impiego di quest’imbottigliamento nel campo della miscelazione, particolarmente in cocktail come il Manhattan e l’Old Fashioned.
Lo stesso pamphlet illustrativo allegato con la bottiglia, lo suggerisce infatti per realizzare proprio il Manhattan.
Ad ogni modo, per curiosità, ne ho preso una bottiglia per provarlo con calma.
Del resto, non ci si può focalizzare solo su espressioni rare, no?
Note Degustative:
Aspetto: Ambra.
Olfatto: Un mix dolce e speziato, non potrei definirlo diversamente. Accanto a note di banana e miele, si intrecciano infatti vaniglia, cannella e zenzero, insieme a un discreto sentore legnoso.
Ben presenti i cereali, tracce di pane appena sfornato. Semplice, ma non malvagio.
Palato: Di corpo tra il medio e il leggero, lascia riapparire la vaniglia accanto a del miele tenue, massiccio apporto di cereali (discreta nota di segale, tra le varie) e speziatura evidente, in questo caso contraddistinta da pepe nero e cardamomo.
Un po’ di agrumi, particolarmente arance amare.
Anche qui, niente di spettacolare, ma più interessante del Red (di cui vi parlerò presto, come ho detto).
Finale: Breve, vaniglia, cereali, leggero zucchero, agrumi amari.
Un imbottigliamento “onesto”, che non offre spunti particolarmente evocativi ma è, tutto sommato, più che discreto. Lo vedo molto più indicato per la miscelazione (in cui ho riscontrato che “funziona” piuttosto bene) che non per il bere liscio. Il tocco speziato mi è piaciuto, indi un paio di punti extra nel rating finale.