Con un po’ di ritardo, scrivo finalmente il mio breve report inerente ShowRUM 2016, la quinta edizione dell’unico festival italiano dedicato allo spirito dei Caraibi.
Tra le novità, impossibile non evidenziare il cambio di location: invece del Salone delle Fontane (già sede di Spirit of Scotland), quest’anno l’organizzazione ha scelto l’A.Rome Lifestyle Hotel, enorme complesso sito in zona Gianicolo. La kermesse è stata allestita in un ampio spazio, suddivisa tra zona “fumo e accessori”, angolo miscelazione e zona espositori.
Novità inoltre anche in merito alle date: invece di sabato, domenica e lunedì, Leonardo Pinto ha preferito dedicare Domenica 2 Ottobre al Festival, e lunedì 3 ottobre solo per operatori.
Nonostante il gentile invito alla permanenza per entrambi i giorni, ho avuto modo di essere presente solo domenica.
La mia permanenza è stata quindi breve, ma intensa.
Presenti molti grandi marchi della scorsa edizione, tra cui segnalo Havana Club, Bacardi, Appleton Estate, i grandi agricoli di Trois Rivières e Daimoseau, il colombiano Dictador ma anche tante novità tra cui La Henrichera e The Real McCoy.
Complessivamente, oltre 50 paesi coinvolti e 400 etichette ben rappresentate ai vari stand!
Conoscendo già piuttosto approfonditamente diversi marchi, ho cercato di dedicare un po’ di attenzione extra ad altri espositori. Il primo stand che ha catturato la mia attenzione è stato quello di Bristol Spirits, selezionatore britannico molto noto per la grande qualità dei propri Rum. Piacevole conversazione con il patron John Barrett, autentico gentiluomo inglese, dai modi squisiti, come i propri rum. Ho avuto modo di provare un ottimo cubano, un demerara, un caroni e un jamaica. Grazie alla gentilezza di John, avrete modo di vederli presto esaminati sul Sito.
Passando oltre, mi sono soffermato presso lo stand di “La Henrichera”, la mantide religiosa colombiana, peraltro insignito del premio di miglior rum nella sua categoria (Solera tra gli 8 e i 15 anni). Marchio non ancora molto conosciuto ma che cerca di fare della qualità il proprio segno distintivo e che ho personalmente gradito.
Impossibile, poi, non fermarmi dagli amici di OnestiGroup, come al solito ben presenti con svariati marchi tra cui l’ottimo giamaicano Hampden Estate, l’ugualmente intrigante Dictador (il cui stand era praticamente affollatissimo, considerate anche le gentilissime e bellissime ragazze, consentitemi di dirlo :D), Abuelo, ben presente con il core range arricchito da nuovi finish (rispettivamente Porto Tawny, Oloroso, Cognac) che presto vedrete recensiti. Breve saluto con i cari Enrico Magnani e Cristobal Srokowski, Global Brand Ambassador di Abuelo. Mi è dispiaciuto non potermi trattenere alla sua masterclass, e lo ringrazio calorosamente del gentile invito.
Novità anche sul fronte Daimoseau, di cui ho avuto modo di provare il nuovo Vintage 1995, in linea con i precedenti 1989 e 1991 che tanto ho apprezzato.
Sosta obbligata dal caro amico Francesco Mattonetti di Le Carovaniere/Lo Spirito dei Tempi, innestato nel suo “Collector’s Corner” in cui, come sempre, c’erano ottime chicche, tutte in degustazione. Tra i vari, oltre agli eccellenti Skeldon 1973 e Demerara 1975 37 y.o. di Silver Seal, anche molti altri rum di Velier, tra cui il recentissimo Foursquare 2006 (per il cui gentile campione ringrazio calorosamente!) e, devo dirlo, l’antichissimo St.James 1885 di cui non ho potuto non prelevare un sample da recensire con la dovuta e religiosa attenzione!
Imperdonabile sarebbe non menzionare l’incontro e la piacevole conversazione con il Maestro Silvano S. Samaroli, uno dei punti di riferimento storici per il whisky ed il rum selezionati da Italiani ed autentico pioniere del settore. Ringrazio immensamente per il tempo dedicatomi, decisamente una piacevolissima conversazione. A breve, vedrete anche un’intervista.
Ho avuto modo di intrattenermi anche con il caro amico e conterraneo Vincenzo De Gregorio, ormai presenza fissa con la sua “Amazon” e gli ottimi sigari realizzati con tabacco Kentucky Italiano. Ho notato decisamente un buon afflusso al suo stand, e non vedo l’ora di provare “L’Arabesque”…
Breve sosta anche da “The Real McCoy”, produttore che tenta di emulare lo stile del Rum commercializzato durante il Proibizionismo dal leggendario Bill McCoy. Ringrazio cordialmente Bailey Pryor per i campioni dell’intera gamma, composta da un 3, da un 5 e da un 12 anni. Ho provato il giovanissimo 3 in loco e mi è sembrato piuttosto intrigante.
Proseguendo nella visita, mi sono soffermato presso lo stand di Trois Rivieres, agricole d’eccellenza importato nel nostro Paese da F.lli Rinaldi Importatori. Grazie alla gentilezza dello staff, ho diverse nuove espressioni da provare e che, tempo permettendo, vedrete presto!
Mi sono anche intrattenuto con il gentilissimo Andrew Garcia, Managing Director di Don Papa, rum filippino che sta avendo una discreta popolarità. Come avrete probabilmente notato dalla mia recensione, non rasenta il mio stile di Rum, ma comunque riscuote il plauso di tanti estimatori.
Ben presente anche la DOC Ron de Venezuela dove, per mancanza di tempo, stavolta non mi sono intrattenuto.
Infine, impossibile non menzionare l’interessante angolo della miscelazione, in cui sono stati presenti alcuni dei barman più qualificati della Penisola, tra cui il mio conterraneo Alex Frezza, titolare del cocktail bar “L’ Antiquario” di Napoli.
In conclusione, devo rilevare che anche quest’anno, nonostante il cambio di location, l’organizzazione è stata molto curata, con Masterclass iniziate in orario, grande disponibilità da parte degli espositori nei confronti degli avventori, presenza di un bar con possibilità di rifocillarsi e buona scelta di cocktail per gli amanti del bere miscelato.
Leonardo Pinto, insomma, ha cercato di non lasciare nulla al caso. Sono riuscito a trattenermi poco con lui, ma lo ringrazio come sempre per la gentilezza e l’invito.
ShowRUM si conferma quindi un appuntamento obbligato per gli amanti del Rum del Belpaese. Confido in ulteriori novità, nel rispetto della “tradizione” ormai maturata, nella prossima edizione!