Informazioni:
Tipologia: Highland Single Malt Scotch Whisky
Provenienza: Highlands – Scozia.
Volume alcolico: 57,6%
Prezzo consigliato: 149 euro.
Reperibilità: Media, ancora disponibile presso lo shop di WhiskyClub Italia.
Cenni storici e osservazioni personali:
Oggi farò con voi un immaginario viaggio nelle Highlands Settentrionali per parlarvi di un’altra distilleria ancora non presente sul sito (ma nel mio cuore si): Balblair! Situata nella zona del villaggio di Edderton, la distilleria è operativa fin dal 1790, ed è tra le più antiche ancora in attività. (In base ai registri, Glenturret è la più antica tra quelle ancora operative, lo sapevate? Mi rammenta che dovrò inserire anche qualcosina a breve…)
Gestita dalla famiglia Ross dalla data di fondazione fino al 1894, fu poi acquistata da Alexander Cowan che ebbe il merito di curarne l’espansione. Cowan, per accedere direttamente alla ferrovia, decise anche di spostare Balblair dal suo sito originario, per ricostruirla nei pressi della stazione ferroviaria di Edderton.
Ulteriori ampliamenti avvennero a partire dal 1950, quando la proprietà passo nelle mani dell’avvocato Robert James “Bertie” Cumming. Nel 1970 quest’ultimo la cedette alla Hiram Walker, che a sua volta la vendette nel 1996 alla Inver House Distillers Ltd, attuale proprietaria ma controllata, dal 2001, dalla Pacific Spirits.
Una nota particolare da segnalare su Balblair, è che la produzione è dedita interamente ai “vintage malts”: praticamente, ogni bottiglia, riporta il vintage della distillazione ma non l’invecchiamento. L’idea del Master Distiller John MacDonald è infatti quella di valorizzare l’annata, più che la permanenza in botte. (pratica seguita anche da Glenrothes)
Al contempo però, nonostante questa caratteristica, nel Balblair 18 y.o. 1997-2015 WhiskyClub Italia che esamineremo oggi, siamo consapevoli dell’invecchiamento, pur se non esplicitamente riportato. Ciò, in quanto Claudio Riva & soci, hanno pensato di segnalarlo. Questo Balblair è l’ultima espressione rilasciata dal Club e proviene da un single cask facente parte di un lotto di 15 botti selezionate personalmente da John MacDonald, di cui solo una, la 1110, per il mercato italiano.
L’imbottigliamento è a grado pieno, ben 57,6%, non ha subito la filtrazione a freddo e non è stato aggiunto il caramello. La reperibilità è ancora buona presso lo shop di WhiskyClub Italia ed altri rivenditori.
Bene, terminato questo lungo cappello introduttivo, passiamo al vivo!
Note Degustative:
Aspetto: Ambra chiara.
Olfatto: In purezza, denota una certa componente alcolica, che comunque sfuma dopo qualche istante diventando assolutamente non invasiva, mista a note di malto d’orzo, mandorle fresche, tocco di zuppa inglese e decisa vaniglia. Presenta un gradevole risvolto fruttato, a base di mele verdi in primis, ma anche una nota agrumata di scorzetta d’arancia e discreto limone.
Tenue sentore speziato, direi pepe e un pizzico di cannella. Cuoio lavorato.
Provando una leggera diluizione con acqua, emerge ulteriormente il lato fruttato con enfatizzazione degli agrumi, (compare anche il pompelmo rosa) ed emerge un piacevole sentore floreale di fiori di campo, margherite, acqua di rose. Zabaglione e prorompente banana, prima velata! Molto valido!
Palato: Corpo pieno, piuttosto speziato con tanto pepe nero ma anche chiodi di garofano, sentori fruttati di pesca e mela, leggero limone ed ancora arancia. Presente un discreto apporto legnoso, assolutamente complementare e non fastidioso. Denota una certa austerità, del tipo più elegante. Ancora, piacevole nota di toffee piuttosto deciso.
Provando con acqua, vi è un ingentilimento complessivo, aumenta la componente dolce e dimunisce il lato speziato, risultando più armonico e piacevole. Cioccolato al latte, in fundis! Decisamente, migliora non poco con l’aggiunta di 4-5 gocce d’acqua.
Finale: Medio-lungo, pepe nero, frutta gialla, nota di banana.
Che dire? I ragazzi di WhiskyClub non ne sbagliano una! Un gran bel malto, complesso e armonico, come quelli che preferisco, multi-sfaccettato e decisamente elegante.
Ritengo sia maggiormente apprezzabile con un leggero apporto d’acqua, che ne consente la liberazione di aromi e sapori altrimenti nascosti.
La componente che ho maggiormente preferito è quella olfattiva, ma al palato di certo non delude!