Informazioni:
Tipologia: Highland Single Malt Scotch Whisky
Provenienza: Highlands – Scozia.
Volume alcolico: 43%
Prezzo consigliato: 350-380 euro.
Reperibilità: Medio-bassa, disponibile ancora presso alcuni store online.
Cenni storici e osservazioni personali:
Un mesetto fa, grazie alla gentilezza di Juliette Buchan e Gordon & MacPhail, ho ricevuto ben quattro campioni della serie “Rare Vintage”, tutti imbottigliati negli scorsi anni e tutti a grado standard (43%). Imbottigliamenti assolutamente importanti e che avrò il privilegio e il piacere di testare per voi, gentili lettori.
Trattasi di un Glen Mhor, un Glen Grant, un Linkwood e un Glenlivet. Mica robetta di poco, eh!
Il primo che esaminerò è il Glen Mhor 1980-2011, imbottigliato dopo oltre 30 anni di permanenza in botte. Gordon & MacPhail, quasi inutile ricordarlo, è uno degli imbottigliatori indipendenti più blasonati del mondo e le proprie release non sono mai scelte a caso.
Glen Mhor è una distilleria che mi affascina anche se purtroppo è piuttosto raro provare delle espressioni, dato che ne sono state rilasciate ben poche.
Questo imbottigliamento è ancora reperibile presso diversi store online.
Senza ulteriori indugi, passo al banco della prova!
Note Degustative:
Aspetto: Oro pallido, da vino bianco.
Olfatto: Piuttosto erbaceo, con tocco di camomilla ma anche calendula e fiori di campo, senza tuttavia tralasciare un interessante lato maltato, che funge da substrato. Con il passare dei minuti, emerge più vibrantemente una vaniglia inzialmente sopita che, comunque, resta sempre “mite” ed elegante.
Molto agrumato con arancia e, soprattutto, limone a iosa. Molto delicato e decisamente elegante.
Palato: Imbocco tra il dolce e l’amaro, con una vaniglia che ritorna e che si intreccia a molte spezie del legno, tra cui ravviso la noce moscata. Appena il palato si abitua, emerge maggiormente la dolcezza, che rimane comunque mitigata dalle note erbacee ravvisate anche in sede olfattiva e che qui si ripropongono con l’aggiunta di un tocco balsamico di mentolo. Ancora, del buon rabarbaro. Complessivamente austero (e non mi dispiace) è di corpo un po’ tenue e l’incidenza del legno è a tratti elevata, il ché costituisce un neo, ahimè. Fortunatamente, dopo circa un’ora il lato legnoso si attenua notevolmente, lasciando emergere le note più dolci e divenendo complessivamente armonico. E’ un distillato che necessita di ossigenarsi un bel po’, tenetelo a mente!
Ritorna il lato agrumato, molto piacevole.
Finale: Breve, di rabarbaro, vaniglia, erbe, malto.
Se mi fossi basato su un primo assaggio, avrei detto che la tanto anelata armonia, principalmente al palato, era non pienamente raggiunta. Fortunatamente so aspettare, e questo distillato regala piacevoli emozioni dopo una buona ossigenazione. Del resto, è anche normale che un whisky di 31 anni risulti chiuso all’inizio.
Complessivamente austero ed elegante, tratti che apprezzo molto in un whisky. Bene così!