Informazioni:
Tipologia: Speyside Single Malt Scotch Whisky
Provenienza: Speyside – Scozia.
Volume alcolico: 40%
Prezzo consigliato: 13-15 euro.
Reperibilità: Ampia.
Cenni storici e osservazioni personali:
In tanti, con le vostre mail, mi avete richiesto un parere personale sul single malt più venduto in Italia: il Glen Grant 5 y.o.
Mi sembra doveroso, quindi, redigere oggi la mia modesta recensione su questo giovanissimo malto, dall’enorme popolarità sul mercato Italiano.
Ah, colgo l’occasione per ricordarvi che questa versione, prodotta in grandi quantità, è disponibile unicamente in Italia e in pochi altri mercati, come il Sud Africa.
Altrove, Glen Grant, oggi proprietà del Gruppo Campari, commercializza solo versioni più mature del proprio whisky.
Prima di addentrarci nel vivo della recensione, qualche piccolo cenno storico su questa distilleria credo sia doversoso, dal momento che la introduco sul Sito solo oggi.
Fu fondata nel 1840 dai fratelli John e James Grant a Rothes, Morayshire, nella regione del whisky dello Speyside. Il sito era (ed è) decisamente felice per ospitare una distilleria grazie all’ampia disponibilità di acqua e orzo di buona qualità. Peraltro, pochi anni dopo e precisamente nel 1858, Rothes fu raggiunta anche dalla ferrovia che facilitò non poco la diffusione e la vendita del whisky.
Nel 1872, tuttavia, subentra alla guida della distilleria il più celebre della stirpe Grant: James, omonimo del padre, era il tipico gentiluomo vittoriano, abiti in tweed e lunghi baffi alla tricheco compresi, conosciuto soprattutto con il soprannome di “Major”, “Il Maggiore”. Amante della modernità e appassionato dello sviluppo tecnologico, James è stato il primo ad introdurre nella distilleria gli alambicchi alti e snelli con annessi alla loro cima gli speciali purificatori, ancora oggi in uso, con l’intento di produrre un whisky fruttato e cristallino. Nel 1894, per soddisfare la grande richiesta di whisky, Il Maggiore fece costruire una seconda distilleria sul lato opposto della strada chiamata semplicemente Glen Grant No° 2, che chiuse dopo soli 5 anni a causa della grande recessione che colpì l’industria del whisky alla fine del 19° secolo.
Nonostante il contesto storico sfavorevole, agli inizi del Novecento il Glen Grant è uno dei primi single malt ad essere disponibile in tutta la Scozia.
Nel 1972, con la nascita della The Glenlivet Distillers ltd, società che vede la fusione di tre distillerie, la Glen Grant la Glenlivet e la Longmorn, avviene un vero e proprio boom di vendite. La distilleria si espande con 2 nuovi alambicchi, che si aggiungono ai quattro già presenti ai quali, nel 1977, se ne aggiungono altri quattro fino a portare il proprio numero a 10. Sempre nel 1977 la Glen Grant viene acquistata dalla Chivas Brothers controllata da Seagrams ltd e nel 2001 il gruppo Chivas Brothers passa sotto il controllo della Pernod Ricard.
Infine, quasi a cementare il rapporto con l’Italia, in cui resta il whisky più venduto, il Gruppo Campari ha infine acquistato la Glen Grant nel 2006 con un investimento di 115 milioni di euro.
Glen Grant produce un’ampia gamma di espressioni e le ufficiali annoverano anche un 50 years old. Numerosi sono anche gli indipendenti, di cui ci occuperemo nei prossimi giorni.
Questo whisky è particolarmente celebre anche grazie a causa della reperibiltà e del costo contenuto. Inoltre, chi non ha mai visto uno dei celebri spot, mandati in onda a ripetizione nel corso dei decenni?
Infine, credo che la stragrande maggioranza degli appassionati italiani, lo abbiano assaggiato almeno una volta nella vita, con tanti che hanno iniziato il proprio percorso proprio con questo giovane malto. (Io stesso, l’ho provato in numerose occasioni).
Note Degustative:
Aspetto: Giallo paglierino.
Olfatto: Mostra fin da subito una ovvia gioventù: sentori di malto d’orzo molto marcati e quasi da new make, prato appena tagliato, fiori di campo e una decisa nota di mele che tuttavia si abbina ad altri aromi fruttati tra cui si evince anche una piacevole pera.
Gradevole nella sua semplicità, continua con un velo di vaniglia etereo e sfuggente.
Giovane e assolutamente non molto complesso, ma limpido e onesto.
Palato: Al palato, rispetto all’olfatto, la situazione cambia notevolemente: di corpo molto tenue, estremamente leggero, si propone con frutta secca tostata (tra cui spiccano le nocciole e le mandorle), diviene molto secco e perde gran parte delle caratteristiche fruttate. Complessivamente, sembra ancora di più un new make, caratterizzato da una costante presenza del malto d’orzo, qui ancora più evidente che in sede olfattiva. Permane una traccia di mele e colgo una nota alcolica più marcata, benchè sia un whisky a grado ridotto.
In verità, risulta essere piuttosto piatto e monotematico. Vizio di gioventù?
Finale: Breve: di frutta secca tostata, vaniglia, leggera punta fruttata (mele verdi acerbe).
Che dire di questo Glen Grant? Whisky giovane, molto semplice e piuttosto beverino, purtroppo non spicca per intensità e complessità. Del resto, è stato concepito per essere di “facile bevuta” ma avrei tanto gradito qualche emozione in più. soprattutto al palato, che risulta essere il suo lato più debole. Segnalo che a molti è piaciuto maggiormente, come agli amici di WhiskyFacile, ad esempio.
Certo, per questa cifra, difficile, se non impossibile, pretendere di più. (Normalmente, come ben saprete, non mi esprimo sui prezzi ma dato che è particolarmente basso, lo segnalo.)
Non ho mai assaggiato il 5 anni, anzi ci sto lontano. Ma ho bevuto con piacere il 10 anni, molto morbido, piacevole, facile, un po troppo piacione ma l’ho trovato valido se comprato ad un prezzo scontato. Cosi, per momenti non impegnativi va più che bene.
Il Glen Grant 10 è un whisky discretamente strutturato e complessivamente piacevole, pur non avendo (come tu stesso hai evidenziato) un’elevatissima complessità. Ma del resto, ci sono whisky apprezzabili anche per la loro relativa “semplicità”. Il 5 anni è un po’ “monotono” ma è anche vero che è concepito come prodotto di larghissimo consumo.
Un caro saluto