Informazioni:
Tipologia: Rum Agricole
Provenienza: Guadeloupe.
Volume alcolico: 58,4%
Prezzo consigliato: 90 euro.
Reperibilità: Media, distribuito in Italia da OnestiGroup S.p.A.
Cenni storici e osservazioni personali:
Vi avevo promesso un esame dell’altro vintage di Damoiseau di recente uscita e, pertanto, oggi è il turno del Damoiseau Millesime 1989, altra espressione a grado pieno, ben 58,4% di volume alcolico, ottenuto dal cask 47.
Commercializzato in bottiglie da 50 cl, come il 1991, è distribuito in Italia da OnestiGroup S.p.A. che ringrazio sentitamente per il gentile campione.
Damoiseau, come già detto nella precedente recensione, è una celebre distilleria e i suoi rum sono sovente ben considerati da appassionati ed estimatori dello stile agricole.
Prossimamente, verranno esaminate anche le espressioni non vintage dell’azienda.
Ciò che mi preme oggi è evidenziare le differenze tra i due millesimi, analizzando meticolosamente questo 1989.
Procediamo!
Note Degustative:
Aspetto: Ambra.
Olfatto: Soffuse note di vaniglia e cannella preludono all’incedere prorompente del legno di quercia che si fonde, a tratti, a note di sandalo.
Molta frutta secca tostata, composta da noci, mandorle e nocciole.
Nota di caramello abbastanza decisa, accanto (come nel 1991) ad un nota di banana matura.
Olfatto tendenzialmente dolce e molto elegante, ma notevolmente diverso da quello dell’altro millesimo più giovane in cui si evincevano anche cacao e ciliegie.
Come nell’altro millesimo, l’alcol non è minimamente ravvisabile e il tutto è complessivamente armonico.
Palato: Più secco e speziato del 1989, con una distinta nota di legno di sandalo, pepe nero e un tratto “ceroso” ben riconoscibile.
Compare del tabacco lavorato, già ravvisato anche nel 1991, ma qui si sposa all’albicocca laddove nell’altro millesimo era maggiormente percepibile la ciliegia, qui ugualmente presente in ottica più sfumata.
Nonostante sia un buon palato, la componente legnosa è a tratti eccessiva ed occorre una generosa diluizione con acqua per attenuarla.
Infine, cacao amaro.
Finale: Mediamente lungo e robusto, di frutta secca tostata, legno e vaniglia.
Che dire dopo aver provato questo 1989? Ho gradito maggiormente l’altro millesimo, di cui ho anche comprato una bottiglia. Non che questo Rum sia malvagio ma la botte è stata piuttosto “attiva” nello scaricare i tannini. Pur restando molto intrigante, non raggiunge la medesima complessità del più giovane 1991. Un palato meno secco e legnoso, infatti, lo avrebbe gratificato maggiormente.