Informazioni:
Tipologia: Speyside Single Malt Scotch Whisky
Provenienza: Speyside – Scozia
Volume alcolico: 40%
Prezzo consigliato: 1500 euro circa.
Reperibilità: Molto rara, imbottigliamento anni ’80.
Cenni storici e osservazioni personali:
La distilleria Linkwood è sita ad Elgin, nello Speyside, ed è stata operativa, con alcune interruzioni, fin dal 1821, data della sua fondazione ad opera di Peter Brown. La produzione ebbe inizio nel 1825 e i due alambicchi all’epoca riuscivano a garantire una produzione di 4500 litri annui. La distilleria fu gestita da James Walker fino alla morte di Peter Brown, avvenuta nel 1868. Dopo quella data, la distilleria passò sotto il controllo del figlio di quest’ultimo, William Brown.
William, tra il 1872 e il 1873, riprogettò la distilleria con l’aiuto dell’architetto Methven, sostituendo la precedente nel medesimo sito. La nuova distilleria, enormemente ampliata, aveva una capacità produttiva di 227.000 litri annui.
Successivamente, fu nuovamente ampliata raggiungendo i 454.000 litri.
La compagnia, denominata “Linkwood-Glenlivet”, dopo vari cambi di gestione finì nelle mani di United Distillers, antesignana del gruppo Diageo.
Subì vari processi di modernizzazione, fino alla forma attuale che gli consente una produzione annua di 2.500.000 di litri. Non male, considerato che partì da soli 4.500.
Come ho anticipato, la proprietà attuale è del colosso Diageo. Tuttavia, vedere espressioni ufficiali di questo malto è piuttosto raro, dal momento che gran parte confluisce nei blended whisky Johnnie Walker e White Horse.
Qualche espressione ufficiale, tuttavia, esiste: ad esempio il Linkwood Flora&Fauna o il 30enne rilasciato per la serie Rare Malts.
Gli indipendenti, fortunatamente, sono ben più numerosi.
Oggi, grazie agli amici di WhiskyFacile, ho un Linkwood 40 y.o. 1946-1986 Gordon&MacPhail for Sestante.
In pratica, una selezione del popolare marchio italiano (ora proprietà di Silver Seal Whisky Company) il cui imbottigliamento è stato curato dal celebre imbottigliatore indipendente scozzese Gordon&MacPhail.
Da tempo serbo questo campione, da quando avvenne lo scambio nello scorso Milano Whisky Festival. Ora è tempo di testare il suo valore.
Sempre emozionante provare espressioni così antiche, con un whisky imbottigliato nel 1986 ma messo in botte subito dopo la Seconda Guerra Mondiale.
Che altro dire? Testiamolo!
Note Degustative:
Aspetto: Ambra scura.
Olfatto: Sorprendentemente fresco e vivace: molta frutta tropicale fresca, dal mango alla papaya, passando per l’ananas. Ancora: albicocche mature, fragole. Freschezza che, consentitemi, ha quasi del miracoloso dopo un lasso di tempo così lungo! Sono 40 anni, eh! Accanto a questo splendido lato fruttato, che permane suadentemente, compare un’ulteriore dolcezza di crema pasticcera e panbrioche. Ancora, pancake con lo sciroppo d’acero! Un olfatto certamente molto dolce, mai stucchevole e splendidamente magnifico.
Non esaurisce qui la sua grandezza: tratto ceroso molto elegante, accanto a un sentore di castagne ricoperte di glassa, ergo marron glaces! Poi, zucchero di canna del demerara.
Bilanciamento a questo lato estremamente dolce, viene da un leggero e gradevole lato agrumato che spazia dal succo d’arancia a quello di limone, passando per un etereo pompelmo rosa. Sentore di legno “umido” (avete presente l’odore emanato da un infisso molto antico, esposto alle intemperie? ecco!) non fastidioso ma anzi che dona una certa austerità. Ulteriore eleganza viene aggiunta da note medicinali e di canfora.
Decisamente uno dei migliori olfatti mai riscontrati in un malto!
Palato: Ok, la situazione si ribalta: niente frutta tropicale, giusto un guizzo di albicocche acerbe. Piuttosto, molte spezie: dalla cannella al pepe bianco. Il legno qui è più incisivo, pur continuando a non essere fastidioso. Lato balsamico di eucalipto e mentolo, a tratti molto evidente. Decisamente inaspettato dopo il dolce ed elegantissimo olfatto.
Intendiamoci: resta comunque un whisky valido, semplicemente non ripete la straordinaria intensità e magnificenza olfattiva.
Finale: Medio-corto, piuttosto pepato, con guizzi di albicocca acerba e tracce legnose.
Quest’espressione mi lascia un po’ perplesso: un olfatto semplicemente superbo si scontra con un palato sì buono ma non eccezionale. Trasposto in scala numerica, avrei dato 93 all’olfatto e massimo 85 al palato, giusto per intenderci sulla differenza che intercorre tra i due aspetti. Il finale, inoltre, non è così degno di nota.
I miei amici di WhiskyFacile hanno deciso di premiare maggiormente questo malto. Io sarò più parco ma, memore del superbo olfatto e in reverenza all’antichità, sarò intermedio.