Informazioni:
Tipologia: Islay Single Malt Scotch Whisky
Provenienza: Isola di Islay – Scozia
Volume alcolico: 48%
Prezzo consigliato: 160 euro
Reperibilità: Bassa, 4500 bottiglie prodotte nel 2013 per i Friends of Classic Malts
Cenni storici e osservazioni personali:
Con questo caldo afoso, cosa c’è di meglio di un ritorno, almeno immaginario, sull’Isola di Islay?
Riviviamo l’esperienza della visita alla magica isola con un prodotto di una delle sue distillerie più celebri e, a mio parere, qualitativamente più eccelse: Lagavulin Triple Matured for Friends of Classic Malts.
Quest’imbottigliamento è un No Age Statement, caratteristica rara per Lagavulin, maturato in tre tipi di botti diverse prima di venire imbottigliato a una gradazione del 48%.
La tiratura è molto limitata, essendo stato rilasciato in 4500 bottiglie nel 2013.
Su Lagavulin ho praticamente detto di tutto e non è un segreto che sia tra le mie distillerie preferite.
Testiamo quindi questo NAS, con la speranza che sia più intrigante di quelli rilasciati da tante altre distillerie (ormai è moda…).
Note Degustative:
Aspetto: Ambra scura
Olfatto: Insuale dolcezza, anche per un Lagavulin: colpisce fin da subito per le sue note da brioche all’albicocca, miste a un amalgama di frutti rossi intriganti da botte di Sherry che si evolvono su una fumosità dolce ed intensa.
Poi, compare una decisa nota di bacon arrostito, mista a un sentore salino leggero e brezza marina mitigata.
Non è il classico Lagavulin, però: il lato isolano è infatti molto più sommesso, in favore della notevole dolcezza di cui prima. Ovviamente, non è detto che sia necessariamente un male: complessivamente è infatti piuttosto piacevole.
Palato: Qui l’essenza Lagavulin riappare più nitidamente: torba elegante, sentori salmastri, foglie di tè nero. Piuttosto “carnoso” con il bacon che riaffora e, a tratti, si scontra con il lato fruttato.
Non un campione di complessità, tuttavia. E’ anzi piuttosto semplice e lineare per essere un Lagavulin.
In fundis, alcune erbe, un guizzo di rabarbaro e un leggero sentore legnoso.
Finale: Mediamente più corto di un Lagavulin classico e meno intenso: puntina di pepe nero, mista a foglie da tè e sentori erbacei. Frutti rossi avvolgono il tutto.
Un esperimento NAS che mostra alcuni tratti essenziali di Lagavulin tuttavia un po’ adombrati da un lato non isolano. Resta comunque un whisky gradevole, senza però assurgere all’eccellenza a cui ci ha abituato la nota distilleria di Islay. Da sottolineare però la superiorità a tanti altri NAS di recente uscita.