Informazioni:
Tipologia: Brandy de Jerez Solera Gran Reserva
Provenienza: Spagna
Volume alcolico: 40%
Prezzo consigliato: 30 euro
Reperibilità: Alta.
Cenni storici e osservazioni personali:
Il prodotto di cui sto per parlare rappresenta, secondo la mia modesta opinione, uno dei migliori brandy spagnoli. Cardenal Mendoza viene prodotto da Sánchez Romate Hnos, azienda fondata nel 1781 come casa produttrice di Sherry. Occorre infatti ricordare che il noto vino liquoroso è originario di questa regione. Sherry, infatti, è una derivazione inglese del nome Jerez, che indica sia il centro omonimo Jerez de la Frontera, che il vino. Un secolo più tardi l’azienda iniziò a produrre il Brandy che le ha dato l’attuale lustro internazionale di cui gode annoverando fra i suoi estimatori,nel tempo, la Corte di Spagna, la Camera dei Lord inglese e la Città del Vaticano (quest’ultima sembra ovvia, considerato il nome del Brandy).
In effetti, il Cardinale Pedro Gonzalez de Mendoza, pur non avendo diretta connessione con i membri della famiglia titolare dell’azienda, è un personaggio realmente esistito. Originario di Guadalajara, ebbe un ruolo chiave nella “Reconquista” del Regno di Granada ed anche nella spedizione di Cristoforo Colombo, dato che fece un notevole lavoro di intercessione presso la Corte Reale Spagnola.
In suo onore, l’azienda ha voluto dedicargli questo magnifico brandy. La produzione viene effettuata con il raffinato metodo di Soleras e Criaderas, di cui ho già parlato nella recensione del Rum Santa Teresa 1796. Per i più pigri, ricordo brevemente che si tratta di un sistema che prevede l’uso di più file di botti affiancate e sovrapposte. Nel corso del tempo, parte del distillato contenuto nelle botti superiori, viene trasferito in quelle inferiori, fino ad arrivare alla botte finale che conterrà il prezioso liquido, pronto per essere imbottigliato. Tale tecnica conferisce un distinto aroma al Brandy, dato che le botti impiegate hanno precedentemente ospitato Sherry Oloroso e Pedro Ximenez.
L’attuale gamma Cardenal Mendoza si compone di quattro prodotti: il Clásico, oggetto di questa recensione; il Lujo, venduto in lussuoso decanter in cristallo (Lujo significa appunto “lusso”), il Carta Real, in bottiglia serigrafata e numerata e, infine, il Non Plus Ultra, prezioso brandy con 50 anni di invecchiamento, conservato in decanter in cristallo oligrafato in oro, prodotto in tiratura limitatissima.
I prezzi sono ovviamente crescenti a seconda dell’imbottigliamento e la reperibilità è proporzionale alla lunghezza dell’invecchiamento. Il Non Plus Ultra è infatti pressoché introvabile, con prezzi da capogiro.
Il Clásico, che è un ottimo prodotto per avvicinarsi ai Brandy, è invece ampiamente reperibile ed ha un costo tutto sommato proporzionato al valore del prodotto.
Unico neo: avrei preferito che l’azienda avesse continuato a produrlo con la caratteristica scatola di sughero invece di sostituirla con un pacchiano tubo in plastica/cartoncino. Pazienza, non si può avere tutto no?
Note Degustative:
Aspetto: Color mogano scuro e profondo.
Olfatto: Bouquet estremamente ricco, distinta nota di chicchi di caffè tostati, ciliegie, fichi e prugne. Eccellente!
Palato:.Piuttosto dolce, note caratteristiche di Sherry Oloroso, noci tostate e, oserei dire, nocciole. Man mano che procede nel palato, emergono caramello e caffè. Decisamente notevole!
Finale: Moderatamente lungo, virile, dolce, concentrato! Lascia un adorabile retrogusto di caffè e nocciole, con un tocco di melassa. Bisogna provarlo per rendersi conto di come sia complessivamente ben bilanciato!
Amo questo brandy. Ben pochi possono fregiarsi della dicitura “Solera Gran Reserva” e questo prodotto, a mio parere, la merita ampiamente.
Abbinamento ideale: da solo, bevuto da meditazione. In alternativa è ottimo sulla cheesecake o con del cioccolato, preferibilmente fondente al 70%. Se siete fumatori, un buon sigaro o una pipa, con del tabacco di media corposità, non stonano di certo!
Fa felice vedere che anche i più giovani sanno accostarsi ai distillati con passione e voglia di imparare. Bravo!
Il ‘Cardenal Mendoza’ è senz’altro un buon brandy spagnolo, anche se come molti suoi fratelli pecca per eccesso di gusto melassato e zuccheroso, che gli toglie finezza e lo rende stucchevole. In parte è dovuto all’impiego di vini già potenti, ma soprattutto al vizio spagnolo di eccedere in sciroppo e in caramello nel maquillage dei loro distillati: nessun brandy potrebbe essere così bruno, con invecchiamenti modesti, pur tenendo conto dell’ossidazione che la solera genera.
Ma è il loro stile.
‘Solera Gran Reserva’ è semplicemente un’indicazione di invecchiamento: si applica ai brandy maturati oltre 3 anni in solera.
Se riesce a trovarli, provi i brandy di Lustau, un altro pianeta!
Salve, la ringrazio per il commento. Ho deciso di realizzare questo sito per passione personale, cercando di scrivere in modo chiaro e comprensibile per tutti coloro che, come me, desiderino esplorare questo mondo.
Si, sono al corrente che la dicitura “Solera Gran Reserva” è riferita all’invecchiamento ma, come lei ha ricordato, all’invecchiamento in Solera appunto. Ho pensato di evidenziare quest’aspetto dato che è un metodo non sempre praticato.
Essendo principalmente un bevitore di vini liquorosi e whisky, non ho ancora avuto modo di provare il brandy che ha citato. Appena ci sarà occasione, non mancherò. Cerco sempre di sperimentare nuovi distillati, con la speranza di evolvere la mia conoscenza sensoriale e personale.
Ho moltissime recensioni da inserire e il tempo è purtroppo tiranno.
Ho pensato di iniziare da qualche prodotto un po’ più diffuso onde fornire un’indicazione ai tanti che iniziano l’approccio.
Colgo l’occasione per farle i complimenti per il suo blog, decisamente ricco di contenuti. Non mancherò di seguirlo!
Concludo concordando perfettamente sulla sua osservazione sull’eccesso di sciroppo e caramello che tende a dare un gusto zuccheroso al distillato.
Ciao! Sono appena entrato in possesso di una bottiglia di Cardinal Mendoza con ancora la scatola in sughero, la bottiglia ha due cordini rossi che sono fissati sotto la ceralacca sul collo della bottiglia.
Quanti anni puo’ avere? E puo’ avere un certo valore, diciamo, monetario?
Grazie per la risposta, possibilmente in privato
Il Cardenal Mendoza è stato distribuito, fino a qualche anno fa, in confezione di sughero. L’età della bottiglia può essere quindi variabile e il valore purtroppo non è più elevato dell’attuale versione. Si parla di circa 25-30 euro, massimo una cinquantina qualora trovassi un collezionista interessato; pertanto, ti consiglio di berla anche perchè ho notato che le precedenti edizioni sono talvolta migliori di quelle attuali. Se invece si trattasse di una bottiglia di Non Plus Ultra, facilmente riconoscibile dalla dicitura oltre che dal decanter in cristallo oligrafato in oro (almeno la vecchia edizione), avrebbe un notevole valore. Ciao e grazie per il tuo commento! Non ho risposto in privato perchè la domanda potrebbe interessare anche altri.
una domanda:
a che temperatura va bevuto?
Salve, la temperatura ottimale di servizio è tra i 18° e i 20°. Io, ad ogni modo, lo bevo sempre a temperatura ambiente anche se d’estate quest’ultima tende ad essere spesso troppo elevata per apprezzare appieno il brandy. Un ambiente climatizzato, tuttavia, le consentirà di bere senza problemi cogliendo tutte le sfumature del distillato. Grazie per il suo commento. Spero continui a seguire il sito!
Buonasera Giuseppe.
vorrei farle una domanda anche se non so se riceverò una risposta, vista la data di questo post.
Non posso dire di essere un cultore del Cardenal, ma se dovevo comprare un brandy, non avevo dubbi.
E ci sono rimasto male anch’io a scoprire che la vecchia confezione in sughero è stata sostituita dal tubo.
Chissà, magari aiutano l’ambiente…
Comunque.
La mia domanda è relativa alla risposta che lei ha dato sulla temperatura ideale per degustare il brandy.
Un po’ di anni fa, nel bar di un hotel a Gorizia, mi servirono un Cardenal Mendoza in un bel calice appoggiato su un sostegno che permetteva di girare il bicchiere su una candelina scaldavivande.
Ovviamente conoscevo già il suddetto brandy ma non l’avevo mai bevuto in quel modo, nonostante di quel metodo ne avessi già sentito già parlare.
Le risulta che sia un modo alternativo per bere un brandy, più caldo della temperatura media che lei suggeriva?
Sinceramente non ricordo l’impressione che ne ebbi, ma la presentazione sicuramente emanava un certo fascino.
Grazie
Salve Mario,
in realtà, a prescindere dalla data di pubblicazione dell’articolo, i commenti dei visitatori arrivano sempre (anche se talvolta erroneamente collocati dal sistema nello spam, data la mole di commenti di quel tipo) e ho piacere di rispondere a tutti, appena possibile.
Venendo alla sua domanda: il tipo di presentazione è in voga presso molti locali, con valenza sostanzialmente “scenografica”. Personalmente, ritengo sia sufficiente quella che in gergo viene chiamata humanisation, ergo il riscaldamento del bicchiere mediante la propria mano, senza utilizzo di fiamme artificiali. La fiamma artificiale potrebbe essere eccessiva, rendendo fin troppo volatili aromi essenziali, che sfuggirebbero al degustatore. Il semplice riscaldamento con la mano, invece, consente di esaltare maggiormente tali aromi, ammesso che ci si prenda il giusto tempo per l’assaggio.
La temperatura ideale di degustazione dovrebbe sempre essere tra i 16 e i 22 gradi.
Sperando di essere stato sufficientemente chiaro, la saluto e la ringrazio per il commento, invitandola e scrivermi nuovamente laddove vi fosse necessità.
Salve, per curiosità, sino a 30 anni fa sulle bottiglie di Cardenal Mendoza (che erano tutte in astuccio di sughero) veniva riportata l’età della Solera-Criaderas di origine. Le date delle mie bottiglie andavano dal 1820 al 1870. Chissà se erano date messe cosi a caso o erano rispondenti alla realtà. Non lo so ma al ricordo erano sicuramente diverse da quelle di oggi, pur sempre ottime ma con qualcosa di “meno”.
Salve,
anche io ho delle vecchie bottiglie di Cardenal Mendoza, in astuccio di sughero, ma non vi è traccia della data. Potrebbe inviarmi una foto per Mail di una delle sue bottiglie? Sarei curioso di verificare questo dato. Ad ogni modo, concordo con lei sul fatto che, nel tempo, la qualità complessiva del prodotto sia mutata in peius, pur restando un ottimo brandy in proporzione anche al rapporto qualità/prezzo. Il mio indirizzo è admin@ilbevitoreraffinato.com.
Grazie per il commento, spero continuerà a trovare il sito interessante!
Buona Serata
Ciao, ho una bottiglia di Cardinal Mendoza… ha all’incirca una trentina d’anni e sarei interessato a venderla…. Conosci qualcuno che sarebbe interessato?
Ciao,
purtroppo non posso aiutarti. Tuttavia, tieni presente che anche se la bottiglia in questione è molto datata, nella valutazione conta molto lo stato complessivo di conservazione: presenza di imballo orginale, livello del distillato, condizioni dell’etichetta e del tappo. Il Cardenal Mendoza, non essendo un Vintage ed essendo stato prodotto in elevate quantità, non ha avuto rialzi significativi delle quotazioni negli anni. Io stesso ne possiedo due di circa 30 anni fa, con la vecchia confezione in sughero. Puoi provare su eBay ma non aspettarti grosse cifre.
Buongiorno ho una scatola di due bottiglie di Cardenal Mendoza non plus ultra romate Sanchez haos jerez vorrei sapere se per caso sa il suo valore grazie
Salve, il Non Plus Ultra vale tra gli 800 e i 1200 euro, a seconda del rivenditore.
Cordialmente,
Giuseppe Napolitano
Salve, è da poco che segue il suo ma mi sta molto interessando. Io sono entrato in possesso di un cardenal mendoza gran reserva e vorrei sapere se soltanto dalla bottiglia è possibile sapere la data di produzione. L’unica “apparente” data che ho trovato si trova sotto la bottiglia e riporta 06. grazie
Salve,
grazie per essere tra i miei lettori! Benché la bottiglia in suo possesso non sia numerata, è possibile risalire ad una datazione approssimativa visionando la fascetta del monopolio e il tipo di packaging. Mi servirebbe qualche foto per poterla aiutare. Devo tuttavia specificare che è un prodotto disponibile in grandi quantità e, benché abbia percepito un livello qualitativo leggermente superiore negli imbottigliamenti degli anni ’60-70, il valore di mercato è sostanzialmente invariato a quello delle espressioni più recenti.
Se desidera inviarmi delle foto, la mail è admin@ilbevitoreraffinato.com.
Cordialmente,
Giuseppe Napolitano
Buongiorno, volevo sapere se è il caso di berlo caldo, e se si in che modo.
Grazie.
Buongiorno, ho delle bottiglie 750 cardenal mendozza che mi sono accorto che il tappo perde avendola distesa, una l’ho aperta per sentire la qualità ed è ancora ottima, vedo il tappo in sughero leggermente ristretto e non entra con la pressione ottimale quindi potrebbe anche entrare aria, quelle ancora nuove potrebbero perdere la qualità nel tempo.? Consiglio..? Grazie
E complimenti per tutto quello che scrive
Walter
Salve Walter, in primo luogo, grazie per i gentili complimenti e per aver lasciato un suo commento. Mi scuso per il ritardo nell’approvazione e nella risposta, purtroppo capita che anche i commenti genuini finiscano nel blocco dello spam. Se il tappo perde, nel tempo oltre a una diminuzione del distillato, potrebbe ovviamente mutare anche l’aroma e il sapore dello stesso. Sarebbe opportuno sostituire i tappi o, in via alternativa, collocare le bottiglie in verticale ed avvolgere il collo con del parafilm.
Cordiali saluti.
Salve, nel complimentarmi per il sito, che spulcio per bene ed anche spesso, ho un quesito: dopo diverse bottiglie di Cardenal Mendoza (non tutte assieme, ovviamente!), vorrei fare un upgrade, sempre della stessa bodega; consiglieresti un Carta Real oppure un Lujo (il NPU sarà lo step ancora successivo)?
Grazie in anticipo per la risposta
Ciao, mi scuso per il ritardo nella risposta ma il filtro antispam aveva erroneamente bloccato il commento. Per quanto riguarda la tua domanda, ti suggerirei il Carta Real. Il Lujo sembra ormai di difficile reperibilità e spesso si trova in commercio a un costo analogo. Non credo resterai deluso. Un caro saluto!