Informazioni:
Tipologia: Islay Single Malt Scotch Whisky
Provenienza: Isola di Islay – Scozia
Volume alcolico: 49,9%
Prezzo consigliato: Originariamente intorno ai 120 euro. Ora sui 200 euro.
Reperibilità: Bassa, rilasciato nel maggio 2014.
Cenni storici e osservazioni personali:
Quest’anno, come ho ricordato nella recensione di ieri, si festeggia il bicentenario di Ardbeg. A tal proposito, esaminerò oggi l’altra delle due espressioni rilasciate lo scorso anno: Ardbeg Auriverdes. Il nome, benché Ardbeg non l’abbia ufficialmente confermato, fa ovviamente riferimento al Mondiale di Calcio brasiliano che ha avuto luogo nel 2014, dal momento che il Brasile ha i colori nazionali “verdeoro”.
È anche vero,tuttavia, che il nome può anche indicare il colore del whisky, dato che “Auri” significa “dorato” e “verdes” è volto ad indicare il verde della canonica bottiglia Ardbeg.
È, come il Kildalton, un No Age Statement ma, a differenza del primo, ha subito solo maturazione in botti ex-bourbon, pur se con differenti gradi di “tostatura” del legno.
Con un volume alcolico prossimo al 50%, è stato concepito come release speciale dell’annuale Ardbeg Day. Rapidamente esaurita, è ormai reperibile a un prezzo più elevato dell’uscita, per la gioia dei collezionisti.
Ad ogni modo, il Kildalton esaminato ieri non mi ha colpito per complessità e struttura, pur risultando discreto. Questo Auriverdes sarà più meritevole?
Spero proprio di si….
Note Degustative:
Aspetto: Oro
Olfatto: Parte bello carico con sentori tipicamente da Ardbeg: salinità marina, buona fumosità, bacon arrostito (come nel Kildalton ma, qui, più elegante), pepato quanto basta. E’ ben presente un forte lato agrumato, di limone che corona la parte dolce di zabaglione, vaniglia e tocco di pastafrolla.
Presente, tra le righe, un leggero sentore di vernice o, forse, paraffina.
Come nel Kildalton, leggera punta di mentolo.
Ad ogni modo, comparando i due, quest’ultimo è più in linea con quello che dovrebbe essere un Ardbeg, seppur molto giovane.
Palato: Si evince fin da subito l’apporto del legno, piuttosto vibrante e vivace, accanto a molte spezie amalgamate tra loro, pepe bianco e pepe verde. Torba più flebilmente presente rispetto all’olfatto, il tutto è meno “isolano” rispetto a quanto preannunciato. Ritorna il Bacon arrostito, misto a qualche nota “medicinale” stile Laphroaig, seppur non così marcata come nei figli dell’altra bicentenaria limitrofa. Vira fortemente su note dolci, la vaniglia emerge in modo abbastanza prorompente, pur se mista al lime che crea un piacevole contrasto dolce/amaro. Non è un capolavoro ma supera, nella mia agenda, il quasi contemporaneo Kildalton.
Finale: Mediamente lungo, leggermente fumoso, iodato, con una punta di bacon, pepe bianco e molto lime.
Un Ardbeg più in linea con gli imbottigliamenti della lineup attuale, seppur più giovane e, a tratti, ribelle. Migliore del Kildalton (ma non ci voleva poi tanto, a voler essere un po’ polemici) ma non di così tanto. Resta un whisky onesto, non pretenzioso, gradevole per gli amanti dei torbati.
La pecca principale è quello di essere un po’ troppo “costruito” e incentrato sugli effluvi delle botti ex-bourbon.