Il Festival Romano del Whisky è giunto, come ben saprete, alla sua quarta edizione. E’ finalmente arrivato il momento di stendere un breve report sullo Spirit of Scotland 2015 che ha avuto luogo nei giorni 7-8 e 9 marzo. Generalmente, i miei resoconti sono caratterizzati da una forte onda emotiva ma, stavolta, benchè l’edizione mi abbia davvero soddisfatto, cercherò di mantenere un taglio più “professionale”.
Doveroso iniziare parlando della location: lo splendido Salone delle Fontane, che ebbi già modo di visitare nel corso dell’ultimo ShowRUM, è stato scelto per questa e per le future edizioni, al posto dell’incantevole, ma forse un po’ ristretta, Aranciera di San Sisto. Cambiamento positivo? Senza alcun dubbio.
Grande superficie espositiva, che ha consentito ai numerosi stand di disporsi in maniera più ordinata, lasciando molto spazio per il massiccio flusso di visitatori. Soprattutto nella giornata di sabato, ho infatti notato un buon numero di presenze, in aumento rispetto alla passata edizione. Masterclass molto interessanti, nonostante non abbia partecipato ad alcuna di esse preferendo essere libero di girovagare per il Festival.
Altra novità decisamente gradita è stato il Collector’s Corner, spazio in cui poter degustare imbottigliamenti rari e estremamente pregevoli, affidato al competente Salvatore Mannino della celebre Maison du Whisky. Mi sono piacevolmente intrattenuto con Salvatore, che ringrazio calorosamente per la gentilezza e la ricchezza di informazioni fornite sugli imbottigliamenti presenti, diversi dei quali saranno prossimamente recensiti (si, non ho resistito…ho prelevato un campione di quelli a me più cari).
Ben graditi gli stand gastronomici che hanno consentito a molti di fare un break senza essere costretti ad uscire dalla struttura.
Da sottolineare, inoltre, la presenza di un grande parcheggio pubblico esterno, che ha consentito anche un agevole arrivo degli automobilisti (me incluso).
Impossibile, poi, non parlare della cordialità e dell’impegno degli organizzatori che ringrazio sentitamente, in particolar modo Pino Perrone, Andrea Franco e Andrea Fofi, sempre presenti e disponibili per tutti. Ah, grazie mille per aver deciso di includermi nella giuria del premio “Whisky&Lode”, rivolto a premiare i migliori whisky della manifestazione (sarà oggetto di un articolo a parte).
Moltissimi gli amici presenti: dal mio compagno di avventure scozzesi Federico, ai Facili di Milano, passando per i grandi Claudio e Davide, con il loro WhiskyClub ormai maturo e con gli stand sempre presenti di I Love Laphroaig e Angel’s Share. E, ancora, Corrado, Andrea, Nicolò di Whisky Roma, che ho finalmente avuto modo di conoscere di persona. Presenti anche i grandi nomi del settore: dal Maestro Giorgio D’Ambrosio a Giuseppe Gervasio, una delle menti del Milano Whisky Festival che, quest’anno, celebrerà il suo decimo anniversario. Tra gli espositori, piacevolissima la presenza di Hunter Laing, con i suoi Single Grain Whiskies provenienti da distillerie ancora operative o, purtroppo, chiuse. Storica la presenza di Max Righi che, in questa edizione, ha presentato anche lo stand del nuovo negozio romano Whisky&Co dove, presto, spero di poter passare. Devo ancora farmi perdonare per non essere riuscito a passare all’inaugurazione, ma rimedierò! Molto interessanti i whisky giapponesi presenti in fiera, apprezzati da molti avventori, segno ulteriore della grande spinta proveniente da Oriente. Presente anche Kavalan, già ben noto alla critica, pur essendo un prodotto recente. Ovviamente, disponibili anche tutti i marchi storici oltre a diverse novità. Grande organizzazione anche di Beija-Flor dove i “Facili” Jacopo & Giacomo, congiuntamente a Maurizio Cagnolati, hanno proposto interessanti percorsi degustativi e grandi chicche. Ottimo lavoro, signori! Mi scuso se ho omesso di menzionare tutti, ma siete decisamente tantissimi: Andrea Ferrari, Enzo De Gregorio, Aniello Buonincontro (che ringrazio per l’ottimo sigaro) e tanti, tantissimi altri!
Parlando degli imbottigliamenti, mi hanno particolarmente colpito l’Highland Park del Festival, quello in Sherry Cask di Cadenhead’s, i due Ardbeg imbottigliati da MoS per Whisky&Co (sublime quello in Bourbon), il Port Dundas 25 y.o. di Hunter Laing (di cui ho anche preso una bottiglia) , il nuovo Glenburgie del WhiskyClub e lo storico Lagavulin 12 y.o. White Label Carpano Import. Ovviamente, tutti questi whisky, insieme a molti altri, verranno successivamente esaminati per voi!
Mi sono dilungato forse anche troppo ma, si sa, quando si parla di whisky è difficile tenere a freno emozioni e parole. Rinnovo i miei complimenti all’organizzazione ed auspico traguardi sempre più ambiziosi per questo piacevole evento che, speranzosamente, crescerà sempre più! Ad Maiora!