Informazioni:
Tipologia: Speyside Single Malt Scotch Whisky
Provenienza: Speyside – Scozia
Volume alcolico: 40%
Prezzo consigliato: 22-24 euro
Reperibilità: Ampia
Cenni storici e osservazioni personali:
Su richiesta di svariati lettori, torno oggi a parlarvi di un malto “base”, entry level nel core range ufficiale di una ben nota distilleria: Glenlivet 12 y.o.
Non molto tempo addietro, esaminai per voi il più maturo 25enne ufficiale, riscontrando tuttavia un livello inferiore alle mie personali aspettative.
Il Single Malt oggetto della disamina odierna è uno dei più venduti al mondo, nonché estremamente popolare negli Stati Uniti d’America.
Le dissertazioni in merito alla storia della distilleria sono già state fatte a suo tempo, pertanto non vi tratterrò oltre ed entrerò nel vivo della degustazione.
Come piccola nota personale posso dirvi che, in un tempo in cui il mercato degli imbottigliamenti ufficiali sembra orientarsi verso i No Age Statement, è piacevole vedere un 12 y.o, commercializzato in una fascia di prezzo decisamente onesta.
Ad ogni modo, tralasciando queste considerazioni, credo che a tutti noi interessi principalmente una cosa: la qualità. Pertanto, passo a esprimervi le personali sensazioni provate durante l’assaggio di questo malto!
Colgo l’occasione per ringraziarvi ulteriormente del vostro incredibile sostegno: nello scorso mese questo piccolo spazio ha visto il suo record di visite mensile, con ben 28.000 utenti singoli e oltre 50.000 visite! Grazie infinite!
Note Degustative:
Aspetto : Oro
Olfatto: Gradevolmente floreale e fruttato, con evidenti tracce di pera matura che ben si fonde a note agrumate (arance e limoni). Si evolve con un delicato velo di vaniglia che sussiste per l’intera durata della degustazione. Nota di burro e cereali, molto suadente e delicata. Si evince tuttavia una complessiva “leggerezza”: un olfatto che sembra strizzare l’occhio ai bevitori di blended, più che di Single Malt. Ad ogni modo, risultato piacevole.
Palato: Il lato fruttato si ripropone, con una nota di mele verdi ma anche arance. Tracce di miele e burro lo rendono caldo ma, tuttavia, non troppo avvolgente. La tenue gradazione lo rende infatti meno robusto di quanto potrebbe essere e i sapori, seppur piacevoli, tendono a svanire in fretta, lasciando ben poco. Un vero peccato, dato che si evincono notevoli potenzialità. Compaiono timidamente mandorle fresche e noci, su un substrato maltato decisamente piacevole.
Finale: Piuttosto breve, mandorle, leggero legno e noci.
Questo whisky ha un notevole potenziale inespresso, anche a causa della gradazione forse non in grado di valorizzare un malto con caratteristiche tutto sommato intriganti e piacevoli. Ad ogni modo, credo sarà molto apprezzato dai bevitori di Blended che si approcciano al variegato ed immenso mondo dei Single Malt, per la sua morbidezza complessiva.
Non certo un cattivo malto, ma avrei desiderato qualcosa in più.
Rinnovo i complimenti per il sito ottima banca dati per i miei acquisti futuri.
Ultimamente sono in fissa con un whiskey irlandese in il connemara che mi sembra in grado di rivaleggiare con i colleghi entrylevel di islay , però ho trovato pochissime recensioni in giro come mai?
sALUTI
Salve,
la ringrazio per i complimenti. Avevo già in mente di inserire le recensioni di alcuni irlandesi, tra cui Connemara e Redbreast. Purtroppo, il tempo è tiranno e non sempre ne ho a sufficienza per scrivere tutto quello che vorrei.
Al contempo, a breve arriveranno anche le video-recensioni, più rapide e immediate e che fungeranno da complemento a quella testuale.
Cordiali Saluti
Ottima recensione, trovo il 12 un ottimo entry level anche se di questa distilleria i migliori (almeno per me) rimangono il 15 french oak od il 18. Per il prezzo il 12 fa un ottimo “daily”.
Sarei molto interessato di vedere recensita anche la serie Nàdurra (ho un 16yo ed un Oloroso ma le edizioni duty free che sono imbottigliate a 48%), anche se sono venuto a scoprire che Glenlivet li ha tolti dal nostro paese 🙁
Grazie del commento e del tuo parere. Anche io concepisco il 12 come “daily”. Non ho avuto ancora modo di assaggiare il 15, viceversa ho provato il XXV e il Nadurra. Quest’ultimo, sarà oggetto di una futura recensione, senza alcun dubbio! Ti anticipo già che lo trovo più gradevole degli imbottigliamenti a gradazione “standard” che hanno, a mio parere, un corpo un po’ fugace…
A presto!
Ciao e inanzitutto complimenti per le recensioni, le leggo spesso sopratutto prima di comprare qualcosa, come linea guida.
Volevo chiederti un consiglio sulla degustazione. Nel caso del Glenlivet qui recensito, nella parte olfattiva mi ci ritrovo in pieno, anche se io ci sento anche un qualcosa di dolce che avevo identificato come cioccolato, mentre forse in realtà è vaniglia come scritto da te, mentre per quanto riguarda il finale avevo identificato un sentore di liquirizia… quelle stecchette di legno che vendono nei tabaccai, che potrebbe essere quello che tu identifichi come ” leggero legno”.
Come faccio ad allenare il mio palato, ma anche il mio olfatto per riconoscere in maniera più precisa e più veloce gli odori e i sapori?
Ciao, grazie per i complimenti! Cerco di fare del mio meglio, da semplice appassionato quale sono.
Rispondendo alla tua domanda: il miglior modo per allenare olfatto e palato è quello di provare quante più espressioni possibili e, al contempo, sperimentare il maggior numero di aromi e sapori di alimenti ed altre sostanze.
Così facendo, sarà più semplice per te ricondurre a un sentore già noto, quello ravvisato in un distillato. Ovviamente, occorre esperienza per distinguere la più vasta gamma di sentori.
Peraltro, non è che il palato sia univoco, pertanto può tranquillamente capitare di riconoscere sensazioni diverse nel medesimo prodotto. Ovviamente, quando ti accingi alla fase degustativa, assicurati che il palato sia pulito (ti consiglio di bere acqua e di assaporare i distillati lontano dai pasti, onde evitare che questi ultimi influiscano sulla degustazione), che la stanza sia quanto più possibile inodore e, se sei un fumatore, assaggia lontano dal momento della sigaretta.
Certo, queste indicazion valgono solo qualora tu voglia fare un assaggio degustativo/contemplativo vero e proprio. La cosa bella del whisky, così come vale anche per gli altri distillati, è quella di godersi il proprio bicchiere in una stanza chiassosa, con amici e magari anche con un sigaro 🙂 Pertanto, prendi queste considerazioni “cum grano salis”. Non esiste un approccio univoco, sono solo suggerimenti. Un palato ed un olfatto allenati riusciranno a cogliere una vasta gamma di aromi e sapori anche in presenza di condizioni non perfettamente “idonee”.
Comunque, prossimamente pubblicherò la seconda parte dalla “Guida al Whisky” in cui parlerò del bicchiere e delle tecniche di degustazione.
Buona Giornata!
Non ho mai assaggiato il 12 anni, ma ricordo con molto piacere il 15 french oak, molto buono, bello rotondo, per momenti piacevoli.