Informazioni:
Tipologia: Highland Single Malt Scotch Whisky
Provenienza: Highland – Scozia
Volume alcolico: 43%
Prezzo consigliato: 230-250 euro
Reperibilità: Media, disponibile presso rivenditori specializzati
Cenni storici e osservazioni personali:
Torno a parlarvi di Glenfarclas, nota distilleria dello Speyside. Vi starete chiedendo: come mai è riportato Highland sull’etichetta, se si trova nello Speyside? La ragione è presto detta: la regione dello Speyside è stata creata successivamente e rientra geograficamente nell’area delle Highlands. Essendo stata per oltre 100 anni nella regione Highlands, Glenfarclas ha preferito mantenere tale denominazione. Arcano svelato rapidamente, quindi. Ad ogni modo, oggi esaminamo una delle espressioni più mature del core range, il Glenfarclas 30 y.o., precisamente il batch del 2012. Perchè questa precisazione? Ho notato, non solo peraltro, che il 30 y.o. di Glenfarclas tende ad essere meno stabile nel tempo, differentemente da altri whisky “standard” dei core range delle rispettive distillerie. A riprova di questo, quello provato ad Edimburgo con Federico, di cui non mi è dato conoscere il batch, era ampiamente meno meritevole di quello di cui vi parlerò ora, attestandosi su un livello buono ma nulla di più. Utilizzando la canonica scala da 1 a 100, difficilmente avrei superato 84. Quello che ho avuto modo di provare recentemente, invece, raggiunge un livello decisamente superiore. Alcuni recensori tendono a riprovare lo stesso whisky a distanza di alcuni anni per valutare eventuali variazioni qualitative, e lo stesso faccio anche io. Quando noterò cambiamenti significativi in termini qualitativi nelle espressioni “standard”, non mancherò di farlo notare inserendo l’anno di quel determinato batch. Non spaventatevi, quindi, in caso di recensioni multiple dello stesso prodotto. Terminato questo lungo inciso, resosi necessario per alcune domande ricevute in tal senso dai vistatori, passo ad illustrarvi questo interessante whisky, maturato in botti sherry first fill e refilled bourbon casks.
Note Degustative:
Aspetto : Ambra
Olfatto: Un inebriante cioccolato fondente si fa strada in modo prorompente, seguito da profondo sentore di uva passa e noce moscata. Il tutto, unito a un sentore sherried, ricorda a tratti un buon cognac. Dopo qualche minuto, emergono caffè, spezie di vario genere unite in un amalgama tra cui distinguo il cardamomo e la cannella. Leggero sentore di vaniglia, imputabile alle botti di bourbon impiegate accanto alle first fill di sherry. I sentori predominanti, tuttavia, risultano tutti imputabili alla maturazione in sherry e questo Glenfarclas è un degno esponente degli sherried.
Palato : Di corpo mediamente robusto, si apre con maestose note di cioccolato fondente miste ad arancia, sembra quasi una Sacher Torte. Ancora, noci tostate e marzapane, sentori che ricordano nuovamente un cognac o, oserei dire, una torta vera e propria. E’ uno sherried atipico, intenso e gradevole. Vira successivamente sul caffè, presenta inoltre un lato leggermente speziato e un’accennata nota legnosa non fastidiosa. Complessivamente, un gran buon risultato!
Finale : Piuttosto lungo, di cacao in abbondanza, frutta secca quali datteri e uva passa e una puntina speziata.
Questo batch di Glenfarclas 30 y.o. è decisamente molto buono. Degno esponente dei whisky sherried, con un ottimo livello di complessità e note olfattive/gustative molto gradevoli. E’ un peccato tuttavia che tutti i batch non riscontrino il medesimo livello qualitativo. Come vi ho infatti accennato nell’incipit, ho avuto modo di provarne uno ben più scarso dal punto di vista qualitativo. Ad ogni modo, tutti i batch si attestano su un livello buono ma, se sarete fortunati, potrete trovare quello “estremamente buono”.
Profuma di fumo ma non è il fuoco, di erba appena tagliata ma non è un orto, sa di mandorle e agrumi ma non è un giardino mediterraneo, di essenze floreali ma non è un profumo…che cos’è?
Già che cos’è? Eh si perché, per descrivere un distillato, si usano metafore, si mette in moto la nostra capacità di autosuggestionarci, ricorrendo essenzialmente a ciò che non è. Ma se la bontà del distillato è direttamente proporzionale alla complessità strutturale formata da un insieme di aromi “estranei” ad esso, e ci piacciono proprio quelli, dovrebbe essere la stessa cosa accendere una brace in un rigoglioso agrumeto al quale abbiamo appena tagliato l’erba e sdraiarsi ad assorbirne i profumi? D’accordo, resta insoddisfatto il palato e il problema resta irrisolto, ma si dice pure che molti assaggiatori eseguano solo l’esame olfattivo! No, tutta quella roba deve stare nell’alcool…
Allora siamo di fronte a una questione più complessa, e quando la questione si fa complessa non si possono lasciare fuori le emozioni, sublime distillato della suggestione, anzi, evitando accuratamente che ci si limiti a una questione “meccanica”, prima che si arrivi a un “ninefold cask strenght – no chill filtered – by Bourbon, Porto, Madeira, Sherry (Jerez), and better wine of Europe”, finché regge l’aggettivo numerale.
E allora battaglie, armature scintillanti, cancelli arrugginiti e pietre vecchie vecchie, e rugiada e erica e oceani in burrasca. Freddo, freddissimo e nebbia e tepore di shetland, separato dalla pelle da una buona camicia di puro cotone, e pioggia salmastra. E adesso si, uno scotch whisky. Di Islay va.
Commento molto poetico 🙂 Un distillato è proprio questo: un insieme di aromi e di sapori, descrivibili metaforicamente con suggestioni o, più concretamente, riferendoci a ciò che i nostri sensi conoscono. Non credo che questi approcci siano errati, ognuno ha un proprio gusto e una propria percezione ed io, come tanti altri, molto modestamente esprimo il mio punto di vista su ciò che provo. Questo sito è infatti concepibile come il mio diario di degustazione online, spero continuerà a trovarlo interessante.
Grazie ancora per il commento.
Non è solo interessante, per me, neofita, è un riferimento. Grazie.
Grazie nuovamente a Lei. Non abbia timore di commentare quando vuole 🙂 Buona Giornata!