Come molti di voi sapranno , sono reduce da un’esperienza di viaggio su Islay, mecca per gli amanti dei whisky torbati ed intensi. Eccomi qui a stendere il report di sette giorni di vacanza, da Islay a Campbeltown, passando per Edimburgo. Il mio intento è quello di fornire a tutti coloro in procinto di intraprendere un viaggio analogo, alcuni (spero) utili consigli in merito agli spostamenti e alle degustazioni.
Iniziamo con ordine: da Glasgow siete un po’ più vicini alla agognata isola, differentemente da Edimburgo che, tuttavia, ha più voli diretti a favore. Grazie ad EasyJet, ho infatti avuto modo di effettuare la tratta aerea diretta, senza scalo, disponibile sia da Napoli che da Milano. Mi sono quindi incontrato sul posto con il fido Federico di Whisky Sucks (in foto a sinistra), per intraprendere questa esperienza!
Ad Edimburgo non avrete problemi di movimento: i mezzi pubblici sono molteplici e, quando tutto manca, è sempre possibile prendere un Taxi. Dal momento però che Islay dista tre ore e mezza d’auto dalla Capitale Scozzese, noi abbiamo pensato di noleggiare l’auto direttamente in Aeroporto e consegnarla al nostro rientro. Per raggiungere Islay, dovrete obbligatoriamente prendere un Ferry che, ovviamente, vi consente di imbarcare anche l’auto dietro pagamento di un corrispettivo adeguato. Auto che vi risulterà comoda anche su Islay, per raggiungere agevolmente tutte le distillerie site un po’ in tutto il territorio dell’isola.
Terminate queste informazioni di carattere generale, passiamo nel dettaglio a parlare di ciò che ci ha spinto sull’Isola: le sue famose OTTO distillerie.
Come ben saprete, Lagavulin, Laphroaig ed Ardbeg sono praticamente attaccate e sarebbe quindi possibile visitarle nell’arco della stessa giornata. Tuttavia, se opterete per qualche tour premium sarete costretti a fare i conti con gli orari di suddetti tour, che spesso combaciano tra loro. Per ottimizzare, quindi, nei 5 giorni di permanenza sull’Isola, abbiamo cercato di incastrare gli orari di tour di distillerie anche molto lontane tra loro, cercando di visionare quanto più possibile.
Iniziando da Bunnahabhain, se avrete modo di passare in questa distilleria che sinceramente mi sento di consigliarvi, potrete effettuare un Premium Tasting Tour che comprende, oltre alla visita e alla visione dell’intero processo produttivo, anche una degustazione di 5 espressioni che comprendono, al momento, il XII, il XVIII, il XXV, il Toiteach e il nuovissimo Eirigh Na Greine, disponibile unicamente presso il Duty Free. Più bilanciato il XVIII, ottimo il XXV, molto gradevoli i due ultimi arrivati tra cui il torbato Toiteach, contrariamente alla tradizione Bunnahabhain di produrre Islay Scotch Whisky non torbati.
Il personale è molto competente e simpatico e la visita personalmente è risultata molto gradevole. Prezzo: 20 sterline, onesto.
Tour di assoluto rilievo, quello che personalmente mi è piaciuto di più, è la Warehouse Experience di Lagavulin, condotta magistralmente da Iain MacArthur, WarehouseMan da 44 anni presso la distilleria. Sostanzialmente, si entra nella Warehouse NO.1 e, nel corso di circa un’ora, vengono degustati una serie di campioni prelevati direttamente dalle botti, incluso il New Make Spirit che vi consiglio però solo di assaporare leggermente, per poi entrare nel vivo della degustazione. Noi abbiamo avuto modo di provare un “baby” Lagavulin di 8 anni Cask Strength, decisamente buono e ricco del carattere che rende così famoso questo malto di Islay, per poi passare al 16 CS, semplicemente eccellente. E’ un vero peccato che l’elevata domanda di whisky prodotto da Lagavulin, non consenta di convertire la produzione dallo standard 43% a questo. Siamo poi passati ai “pezzi grossi”: un superbo Lagavulin 21, estremamente potente ma bilanciato, simile agli imbottigliamenti ufficiali rilasciati negli scorsi anni e ora disponibili a cifre da capogiro dai rivenditori e nelle aste; un buonissimo Lagavulin 32 y.o. e, per concludere, qualcosa di veramente unico: Lagavulin 1966-2014, 48 y.o.! Avrei solo voluto più tempo per poter godere appieno dell’esperienza ma è stato di gran lunga il miglior tasting effettuato sull’Isola. Iain è un vero personaggio, di grande carisma e spessore, è stato un gran piacere partecipare a questo tasting che, tuttavia, non viene tenuto in tutti gli orari e tutti i giorni. Prezzo: 15 sterline, eccezionale!
La piccola Kilchoman, non molto distante da Bunnahabhain, rasenta ugualmente una visita interessante: vi verrà mostrata nell’interezza la piccola struttura produttiva che comprende anche un Malting Floor delle dimensioni di un Garage. Fondata nel 2005, produce pregevoli whisky giovani di Islay che avrete modo di provare al termine del tour. Personale gentilissimo, tour completo e bellissimo shop. Prezzo: 6 sterline, ottimo.
Ritornando nei pressi di Lagavulin, è opportuno segnalare le vicinissime Laphroaig e Ardbeg. Nella prima, se siete Friends of Laphroaig, avrete la possibilità di contrassegnare un Plot di terra antistante la distilleria con la bandierina del vostro Paese ed incassare la “rendita” annuale: una bottiglina da 5 cl di Laphroaig 10. Se non siete FoL, non preoccupatevi: è possibile registrarvi direttamente in distilleria e stampare l’attestato. Purtroppo non abbiamo avuto modo di effettuare la visita ma solo il Premium Tasting in cui abbiamo degustato un 10 y.o. base, messo come benchmark, un 25 y.o. , il Cairdeas 2008 e, per concludere in bellezza, il 15 y.o. ormai inesistente, in versione cask strength. Tasting molto gradevole, tenuto in una bella saletta adiacente al fornito shop.
La visita ad Ardbeg è stata più deludente: tour frettoloso e tasting di una sola espressione a scelta tra Uigeadail, Corrywreckan e Ten. Va tuttavia segnalato il costo molto contenuto, confrontato alle altre: 5 sterline. Tuttavia, avrei pensato che un colosso come Ardbeg fosse capace di fare di più.
Altra distilleria consigliatissima è Caol Ila, il gigante di Port Askaig che, con i suoi sei alambicchi attivi tutto l’anno, è la più grande dell’Isola. Tour molto curato ed interessante, con tutto il processo produttivo in funzione e spiegato nei dettagli e ottimo tasting finale: provati il 25 y.o. , i Feis Ile degli ultimi due anni, il 12 anni “base” e un interessante 26 y.o. in botti di sherry, grande particolarità dal momento che Caol Ila impiega esclusivamente botti di bourbon. Loro l’hanno definito un “mistake” ma io personalmente l’ho gradito molto. Prezzo: 15 sterline, molto buono!
Purtroppo, gli orari concomitanti ci hanno impedito di visitare Bowmore, sita nell’omonimo centro. Non ci è stato però impedito di entrare nel gradevole shop e di degustare un dram nel bel bar della distilleria, discretamente fornito. Ovviamente, only Bowmore!
Bruichladdich è stata l’altra distilleria a cui, purtroppo, abbiamo dovuto rinunciare visitando solo lo Shop: molti gadget e possibilità di provare gratuitamente molte espressioni della distilleria, tra cui l’ultima release del torbatissimo Octomore!
Distillerie a parte, per quanto concerne gli alloggi, vi suggerisco di andare in uno dei numerosi B&B, molto puliti e gestiti da simpatici isolani. In alternativa, ci sono alcuni alberghi e, se volete proprio crogiolarvi nel lusso, i Bowmore Cottages adiacenti all’omonima distilleria.
Per pranzo e cena, le alternative non sono tantissime essendo l’isola provvista di piccoli centri ma noi abbiamo trovato buona la cucina dell’Islay Hotel di Port Ellen, nostra base operativa. Piatti a base di carne e pesce, molto buona la bistecca, servita con anelli di cipolla fritta e patate. Possibilità di scegliere anche vino, oltre a birra e dram. L’hotel ha anche un fornito whisky bar, non molto grande e dove, a pranzo, è possibile mangiare dei sandwich. Prezzi molto contenuti per i tramezzini del Bowmore Bistrò, annesso praticamente alla distilleria. Differente fascia di prezzo ma cucina molto buona all’Harbor Inn di Bowmore: molti piatti di pesce, grande eleganza e servizio impeccabile. Alternativa più economica è la cucina del White Hart Hotel di Port Ellen che, tra le varie, cucina anche piatti non propriamente tradizionali. Carino anche l’Old Kiln Cafè, il ristorante di Ardbeg con buon rapporto qualità/prezzo. Ad ogni modo, in proporzione alla popolazione, esistono fortunatamente diversi posti dove rifocillarvi e potrete quindi cambiare nel corso di 5-6 giorni. I prezzi sono variabili e vanno dalle 6-8 sterline per un buon sandwich con carne o pesce, alle 10-20 sterline per un piatto, a seconda di quello che sceglierete. Ostriche: 22 euro per 12, per farvi un esempio. Bistecca da 350 gr. con contorno, 22 sterline.
Come altre attrative dell’isola segnalo la Kildalton Cross (da cui prende in prestito il nome il più recente imbottigliamento di Ardbeg, disponibile solo in distilleria). Non mi sento di consigliarvi di andare a Finlaggan, sede del Lord delle Isole, in quanto è un cumulo di macerie, seppur in una location suggestiva.
Per finire, avrete modo di assistere a bellissimi paesaggi e tramonti spettacolari.
Una menzione a parte, doverosa, merita la nostra visita a Campbeltown, di ritorno da Islay. Grazie a Beija-Flor, noto importatore italiano che ci ha prenotato una visita, abbiamo avuto modo di visionare nel dettaglio l’eccellente distilleria di Springbank e la più recente Glengyle, patria del giovane ma decisamente buono Kilkerran. Tour molto lungo, affascinanti i grandi malting floor (Sprinbank impiega solo orzo maltato presso la distilleria), incantevoli montagne di torba e tutto gestito come un secolo fa. Per finire, abbiamo avuto modo di provare nuovi imbottigliamenti, in anteprima assoluta come Italiani, che saranno prossimamente disponibili: Longrow 11 Red, torbato maturato interamente in Botti da Porto che mi è piaciuto davvero e di cui vorrò certamente procurarmi una bottiglia; Springbank 12 Cask Strength, decisamente interessante e gradevolissimo e, infine, l’Hazelburn 10, ugualmente molto interessante. Accanto a questi imbottigliamenti di assoluto valore, anche un ottimo Kilkerran Work In Progress 6, nella versione in botti ex-bourbon. Visita al negozio di Cadenhead’s e poi via sulla rotta di Edimburgo!
In conclusione, bellissima esperienza intensa e variegata. Ci sarebbero molte altre cose da dire ma credo di essermi trattenuto già molto. Per qualsiasi domanda, non abbiate timore a contattarmi. L’album fotografico completo è disponibile QUI.
Nei prossimi giorni, numerose recensioni dei single malt provati, fortunatamente ho portato la fida Moleskine! 🙂
Slàinte a tutti!
Ciao Giuseppe, ho letto con piacere il tuo reportage. Anch’io sto programmando un viaggio ad Islay per il prossimo agosto. Ho una domanda da porti: leggevo della tolleranza zero a proposito dei limiti di alcol per la guida; leggo che tu hai noleggiato un auto, come vorremmo fare noi. E’ esattamente così stringente il limite ed i relativi controlli? diversamente i servizi taxi come sono come efficienza e prezzi?
Ti ringrazio per l’attenzione e…alla salute!
Elvis
Salve Elvis, grazie per il tuo gentile commento e perdonami per il ritardo nella risposta. Se non erro, il tasso alcolemico consentito alla guida è 0.8, leggermente più alto del nostro che è 0.5. Noi evitavamo di esagerare quando dovevamo metterci alla guida. Taxi mi pare di averli visti, ma non credo sia un’opzione fruibile: le distanze da percorrere sono troppo lunghe, se desideri visitare un po’ tutta l’isola.
Un caro saluto! Slainté
Giuseppe
Salve Giuseppe, volevo chiederti, in aggiunta al tuo dettagliatissimo report, se le visite alle distillerie sono tutte esclusivamente in inglese?
Grazie
Marta
Salve Marta, mi scuso per il ritardo nella risposta ma il tuo commento era finito nella miriade di commenti spam che ogni giorno ricevo. Si, i tour sono tutti inglese.
Un caro saluto,
Giuseppe