Informazioni:
Tipologia: Highland Single Malt Scotch Whisky
Provenienza: Highland – Scozia
Volume alcolico: 40%
Prezzo consigliato: 45 euro
Reperibilità: Alta
Cenni storici e osservazioni personali:
Molto spesso, un buon whisky evoca l’abbinamento con un nobile sigaro e tanti sono i possibili abbinamenti da sperimentare. Questo Dalmore Gran Reserva, che ha sostituito il Cigar Malt, è stato concepito appunto per l’abbinamento con il sigaro, pur potendo essere apprezzato anche da solo. Personalmente, ritengo sia più una scelta di marketing, dal momento che, come ho ricordato nell’incipit di questa recensione, gli abbinamenti sperimentabili sigaro-whisky sono pressochè infiniti. Tuttavia, non voglio condannare aprioristicamente questo single malt e voglio dargli la chance di provare il suo valore. Questo Dalmore è costituito da un vatting maturato per il 60% in botti di sherry e per il restante 40% in botti ex-bourbon. L’età, che non è specificata, non dovrebbe comunque essere inferiore a 10 anni.
Note Degustative:
Aspetto : Oro scuro
Olfatto: Piuttosto leggero, inizia con una notevole presenza di malto, fette biscottate, burro ed erica. Prosegue con accenni di cioccolata fondente, per poi immergersi in una nota di tabacco molto intrigante. Piccola presenza di limoni e arance, tuttavia l’impressione complessiva è che l’influsso della botte di sherry sia decisamente minimo.
Palato : Di corpo leggero, presenta una leggera fumosità che avvolge il gusto prevalentemente fruttato a base di succo d’arancia e limonata. Continua con tracce di camomilla e anice stellato. Non particolarmente complesso, ma piacevole. Anche qui, tuttavia, nonostante il 60% provenga da botti ex-sherry, non si ravvisa in modo significativo l’influsso.
Finale : Medio, di cioccolata fondente, torta all’arancia e limoni.
Dalmore Gran Reserva è un whisky godible pur se non eccelso. Credo che avrebbe giovato di qualche grado extra, magari 3-4, che avrebbero potuto valorizzarlo.L’ho provato in abbinamento con un Romeo y Julieta no.2 ma non mi è sembrato riuscire a seguire la robustezza del sigaro, finendo per essere assorbito. Ovviamente, non è detto che un altro sigaro non possa valorizzarlo. Personalmente,ho gradito maggiormente il 15 y.o. e il 18 dove, peraltro, l’influsso dello Sherry è più nitidamente ravvisabile.