Tipologia: Rum agricolo.
Provenienza: Martinica.
Volume alcolico: 45%
Prezzo consigliato: 300 euro.
Reperibilità: Bassa, reperibile tramite aste specializzate.
Il rum J.Bally ha origini che risalgono agli inizi del ‘900, ma la storia della tenuta affonda le radici nel lontano 1670, anno in cui nacque la tenuta Lajous, che in seguito ospitò anche un piccolo zuccherificio. Nel 1917, la tenuta fu acquistata dal giovane ingegnere Jacques Bally, che la ristrutturò e costruì la distilleria sui resti dello zuccherificio, installando una macchina a vapore e una colonna creola di sua invenzione.
Negli anni successivi, Jacques Bally avviò la maturazione del proprio rum e, nel 1930, disegnò e realizzò la famosa bottiglia “pyramide”, riconoscibile in tutto il mondo.
Tutti i rum J.Bally sono rhum agricole, prodotti da puro succo di canna da zucchero e invecchiati in clima tropicale. Peraltro, J.Bally ha iniziato a realizzare rum millesimati fin quasi dalle origini…
Nel 1976 la proprietà del brand passò a Saint James, che mantenne anche l’alambicco a colonna creola. Quest’ultimo, tuttavia, passò successivamente alla distilleria Du Simon e, benché attualmente la produzione di Bally avvenga ancora a Saint James, l’originario alambicco a colonna creola è stato utilizzato fino al 1996.
La recente degustazione organizzata dall’amico Emiliano (che ho anche intervistato) mi offre l’opportunità di soffermarmi su un millesimo realizzato proprio con quell’alambicco e datato 1989. Un pezzo di storia, praticamente! Imbottigliato al 45%, fu commercializzato con la bottiglia “pyramide”, in uso per numerose altre espressioni di J.Bally.
Direi che è un bel modo per introdurre questo celebre agricolo sul blog!
Un rum “bifronte”: all’olfatto è maggiormente innestato su note dolci e fruttate, mentre al palato vi è una maggiore incisività della componente erbacea e del legno. Complessivamente, l’ho trovato interessante, dal momento che il contrasto mi è sembrato funzionare, senza creare fastidiose dissonanze.