Ebbene, ci siamo: per rispondere alle numerose domande che quotidianamente ricevo da parte di voi lettori, ho pensato di realizzare una sintetica guida al Whisky (e al Whiskey). Gli argomenti di discussione sono tanti, pertanto la guida sarà suddivisa in più parti.
Per ora, non mi focalizzerò su concetti essenziali come il processo produttivo del Whisky ma, in futuro, credo che ne parlerò ugualmente benché creda sia una cosa nota alla stragrande maggioranza dei visitatori di questo Sito.
Quello che mi interessa spiegare, ora, sono le tipologie essenziali in cui è diviso il variegato mondo del Whisky, per poi passare a esaminare la fase degustativa, con la scelta del bicchiere e l’approccio consigliato. (Nella seconda parte della Guida che verrà pubblicata la prossima settimana).
Iniziamo quindi con la Guida al Whisky Parte I – Le tipologie
Blended Scotch Whisky:
Si tratta di whisky composti da una percentuale di Grain Whisky, prodotti senza usare orzo maltato ma altri cereali, e da una percentuale di Malt Whisky (generalmente minore e proveniente da più distillerie di whisky di malto), realizzati con orzo maltato. Rappresentano gran parte del fatturato dell’industria del whisky e sono estremamente popolari. Alcuni esempi: Chivas Regal, Johnnie Walker, Ballantine’s. L’età dichiarata in etichetta si riferisce alla componente più giovane del blend.
Single Malt Scotch Whisky:
Whisky prodotto da singola distilleria con il solo impiego di orzo maltato. Sono espressivi dell’arte della distillazione e della storia di ogni distilleria. Possono essere realizzati con una miscela di malti, il cui più giovane deve avere l’età dichiarata in etichetta. Per intenderci: un Lagavulin 16 anni è composto da una miscela di Single Malt prodotti dalla medesima distilleria, il più giovane dei quali non avrà meno di 16 anni. Nella composizione, sono ovviamente incluse percentuali minori di whisky più maturi, per donare ulteriore complessità. Esistono anche dei Single Malt senza invecchiamento dichiarato: è il caso dei No Age Statement, in gergo NAS. Tendenzialmente si tratta di prodotti molto giovani, il cui invecchiamento minimo tuttavia non può essere inferiore a 3 anni (come previsto dal rigido disciplinare dello Scotch Whisky). Esistono NAS che contengono alcuni single malt particolarmente maturi.
Caso diverso quello dei Single Malt Single Cask: prodotti da unica botte, sono composti da un unico whisky il cui invecchiamento è quello dichiarato in etichetta. I single cask sono spesso anche cask strength, ergo imbottigliati al grado pieno della botte selezionata.
Grain Whisky:
Distillato in alambicchi continui, si produce da una miscela di orzo non maltato e altri cereali (es. frumento). In larga parte viene impiegato per il blending, tuttavia esistono anche dei Single Grain Scotch Whisky che, con notevoli invecchiamenti, sono piuttosto morbidi ed apprezzati. Esempi: Port Dundas, Invergordon, Dumbarton. I Single Grain, analogamente ai Single Malt, vengono distillati ed imbottigliati da una singola distilleria.
Blended Malt Scotch Whisky:
in precedenza noti come Vatted (termine ancora in uso presso molti estimatori ed appassionati), sono composti da una miscela di più single malt, amalgamati per ottenere un risultato appagante ed equilibrato. Trovo molto pregevoli quelli realizzati da Compass Box, come il Flaming Heart o il Peat Monster ma ve ne sono tantissimi. Per l’invecchiamento, vige la regola di cui sopra.
Tutti i whisky Scozzesi devono essere distillati e maturati in Scozia per almeno tre anni. In caso contrario, non possono essere definiti Whisky. Inoltre, non devono contenere alcun additivo, a parte il classico caramello impiegato come colorante. La gradazione minima deve essere del 40% vol. Possono subire il processo di filtrazione a freddo o meno. In tal caso, vengono definiti “Unchillfiltered”.
Irish Whiskey:
Nell’Isola di Smeraldo si usano entrambi i tipi di distillazione: con quella continua vengono prodotti i whiskey di cereali, mentre con metodo discontinuo, impiegando una miscela di orzo maltato e grezzo, si produce il “Pure Pot Still Irish whiskey”. La distillazione, differentemente dalla maggior parte dei whisky scozzesi, è tripla (metodo ancora impiegato da alcune distillerie Scozzesi, gran parte invece usano la doppia distillazione).
I Blended Whiskey irlandesi si ottengono mediante una miscela di whiskey ottenuti con metodo continuo e con metodo discontinuo.
Come lo Scotch, l’Irish Whiskey deve essere distillato e maturato nel Paese natio per almeno tre anni per ottenere la denominazione. Il disciplinare prevede inoltre che la distillazione debba avere un volume alcolico inferiore al 94,8%, onde preservare le caratteristiche intrinseche del distillato.
Articolando meglio, specifico che il Single Malt Irish Whiskey è quello ottenuto mediante distillazione discontinua con solo impiego di orzo maltato proveniente da singola distilleria. Il Single Grain Irish Whiskey è ottenuto da una miscela di diversi cereali, distillati con metodo continuo (alambicchi a colonna). Il “Pure Pot Still Irish Whiskey”, come specificato in incipit, invece si ottiene mediante una miscela (o se preferite, mash) di orzo maltato e grezzo (non maltato). Nello specifico è previsto che sia presente almeno il 30% di orzo maltato, il 30% di orzo non maltato e massimo il 5% di altri cereali. Viene prodotto con metodo discontinuo e proveniente da singola distilleria. La differenza con il Single Malt Irish Whiskey è, volendo semplificare al massimo, che quest’ultimo impiega solo orzo maltato. Infine, il Blended Irish Whiskey è ottenuto mediante impiego di Malt Whiskey, Grain Whiskey e, talvolta, Pot Still in combinazioni stabilite dal produttore. Il discorso sarebbe ben più ampio, mi riservo di tornaci in approfondimenti futuri.
Bourbon Whiskey:
Prodotto negli Stati Uniti e con il nome proveniente dalla contea di Bourbon nel Kentucky, è ottenuto con una miscela di cereali contenente non meno del 51% di granturco (o mais, se preferite), con l’aggiunta di una quantità minore di orzo maltato, segale e/o frumento. La maturazione deve avvenire per almeno due anni in botti di quercia bianca nuove e carbonizzate. Occorre tuttavia precisare che la storia del Bourbon non ebbe inizio nel Kentucky, bensì in Pennsylvania, Virginia e Maryland. La produzione si spostò poi nel Kentucky principalmente per l’aumento della pressione fiscale negli stati d’origine. Tra i marchi commercialmente più noti abbiamo Maker’s Mark, Jim Beam, Woodford Reserve, Blanton’s.
Tennessee Whiskey:
Largamente noto per il Jack Daniel’s, è simile come stile al Bourbon, con una differenza tuttavia nella filtrazione che avviene con carbone d’acero. Il procedimento viene chiamato Lincoln County Process. È ovviamente prodotto in Tennessee. Oltre al popolare Jack Daniel’s, esponente di questa tipologia è anche il whiskey prodotto da George Dickel.
Whisky Canadese:
Prodotto nell’Ontario e nel Quebec, ha una diffusione piuttosto territoriale salvo alcuni marchi come Crown Royal e Canadian Club, ampiamente diffusi anche nel resto del mondo.
Come materia prima si impiega maggiormente la segale, ma il mash contiene anche altri cereali tra cui l’orzo e il mais. Può essere realizzato sia con alambicco a colonna, continuo, che con alambicco discontinuo. Una pratica piuttosto diffusa è quella di aggiungere dell’alcol puro di barbabietola, impiegato per ridurre il carattere secco della segale. Talvolta, si aggiunge anche una piccola quantità di orzo non maltato, con l’intento di creare una maggiore rotondità.
Whisky Giapponese:
In Giappone è impiegato il medesimo stile produttivo della Scozia, con impiego sia del metodo continuo (per il grain whisky) che del metodo discontinuo (per il malt whisky). Vengono prodotti sia Blended che Single Malt. Molte espressioni sono largamente apprezzate dagli estimatori di tutto il mondo. Generalmente morbidi e molto profumati.
Ovviamente, esistono molti altri paesi produttori: dal Galles all’India, passando per Taiwan. Anche in Italia è da pochi anni operativa la prima distilleria di whisky, PUNI, di cui ho provato l’acquavite di cereali (non etichettabile come whisky in quanto non ha raggiunto l’età minima di 3 anni per essere definito tale), prodotto di buon livello qualitativo nonostante la gioventù. Il loro primo Whisky, peraltro, verrà lanciato il 30 ottobre! Sono ansioso di provarlo.
Ovviamente, ho descritto le tipologie in modo estremamente sintetico. Ci sarebbe molto altro da aggiungere ma vi lascio la gioia e il piacere di approfondire 🙂 Questa piccola guida è concepita per dare un’infarinatura essenziale.
La prossima settimana, la seconda parte della Guida inerente la degustazione. Seguirà poi una parte inerente le tipologie di botti impiegate.
Per ogni tipo di curiosità o argomento del quale vorreste che parlassi nelle prossime sezioni della guida, non esitate a contattarmi mediante mail o commentando qui in basso.
Testi Consigliati :
Malt Whisky Companion 6th Edition di Michael Jackson
The World Atlas of Whisky di Dave Broom
Ovviamente, ne esistono moltissimi altri. Questi però sono alcuni che ho particolarmente gradito, specialmente l’opera di Jackson.
ciao, a quando le prossime guide?
Ciao,
appena avrò tempo, saranno redatte. Promesso! Spero che nel mentre tu abbia gradito quelle già pubblicate!
Un caro saluto!
Ottima guida, perché non provi a scrivere dei consigli per fascia di prezzo e/o per tipologia?
Nelle enoteche è un po’ una giungla!
Grazie e complimenti 😉
Salve, grazie per i complimenti. Sono previste ulteriori parti della guida, non escludo di rendere anche suggerimenti in merito alle tipologie e/o fascia di prezzo!
Un caro saluto ed Auguri!!!
Ciao, e complimenti davvero per il sito. Traspare davvero tutta la passione che hai per i distillati, e sono sicuro che diventerà sempre più un punto di riferimento, per appassionati e non. Seguirò con piacere l’evolversi di questa guida.
Ciao,
grazie mille per i complimenti. Cerco sempre di trasmettere la mia passione ai lettori e sono lieto che il lavoro svolto finora riscontri il tuo interesse. Appena avrò modo, scriverò nuove parti della guida.
Buona Serata e grazie ancora per il cortese commento!
Ciao, complimenti per il sito e per i mille consigli utili. Ormai le tue recensioni sono un diventato un punto di riferimento per i miei acquisti, la mia passione si è accentuata alla lettura delle tue recensioni. Sul sito però c’è solamente una guida parte I, a quando le altre parti? Ulteriori guide sui whisky?
Grazie ancora per il grande lavoro finora svolto.
Kevin
Ciao, grazie per i complimenti. Si, sono previste ulteriori guide sul whisky, appena avrò tempo di redigerle. Arriveranno guide sintetiche anche sugli altri distillati!
Buona serata,
Giuseppe
Ciao,
bel sito , sai se e dove fanno corsi in italia per master distiller o corsi per aprire una microdistilleria ?
grazie
Ciao, complimenti per il bel sito. E’ veramente un peccato che non hai più scritto la parte II. Spero prima o poi rimedierai.
Un caro saluto
Alessandro
CIAO,OTTIMA GUIDA, E DA NOVELLO CHIEDO SUBITO CONSIGLI: COSA ABBINERESTI A UN BUON SIGARO?CIAO GRAZIE!!
Ciao Matteo,
ti ringrazio per i complimenti. Perdonami per il ritardo, il tuo commento era finito nello spam. Purtroppo, ogni giorno arrivano centinaia di commenti spam, realizzati da bot e il filtro anti-spam, talvolta, mette anche quelli genuini nel mucchio.
Per il sigaro, dipende da quest’ultimo. Personalmente, non sono espertissimo di sigari, tuttavia considero il Lagavulin 16 ottimo con un Montecristo no.2. Generalmente, molti torbati sono piacevoli con sigari, quindi Lagavulin, Ardbeg, Laphroaig, Bowmore, Kilchoman…
Un caro saluto!