Informazioni:
Tipologia: Lowland Single Malt Scotch Whisky
Provenienza: Lowlands – Scozia.
Volume alcolico: 48,4%
Prezzo consigliato: 285 euro.
Reperibilità: Media,disponibile presso rivenditori specializzati.
Cenni storici e osservazioni personali:
Da molto tempo non parlavo di Bladnoch, una delle poche realtà supersiti delle Lowlands, la cui storia narrai nella recensione di un imbottigliamento indipendente di qualche anno fa.
Orbene, in quell’articolo ebbi modo di soffermarmi sulla travagliata storia della distilleria, aperta e chiusa diverse volte e che, si spera, non dovrà più subire la medesima sorte in futuro.
Alla proprietà Armstrong, di cui vi parlai, si è sostituita quella di David Prior, magnate australiano novizio del settore che ha ben iniziato ricreando un serio core range e celebrando degnamente il bicentenario della distilleria, avvenuto ormai due anni fa.
Il Bladnoch 25 y.o. prende il nome di “Talia” che, in gaelico, significa “rugiada di Dio”. Maturato in una combinazione di botti ex-Bourbon, ex-Sherry e, pare, botti nuove che in precedenza hanno contenuto del Porto, è stato imbottigliato al grado naturale del 48,4%, senza aver subito filtrazione a freddo e senza l’uso del caramello come colorante. Insomma, una release ufficiale che cerca di essere quanto più pura possibile, presentandosi nella sua spontaneità.
In Italia, è distribuito da Beija-Flor, che ringrazio per il campione.
Credo di aver detto tutto, procedo alla degustazione.
Note Degustative:
Aspetto: Ambra.
Olfatto: Estremamente fruttato, con vivida marmellata di fragole che si fonde a un melone cantalupo maturo, senza tralasciare una piacevole crostata di mele appena sfornata. In particolare, le mele sono molto evidenti e si amplificano nel corso della degustazione. Piacevoli agrumi, anch’essi dolci e zuccherini, direi caramellati. Sentori di pastafrolla (avevo parlato di crostata, no?), delicata vaniglia (molto leggera) e un aromatico legno di sandalo chiudono un olfatto incentrato sulla delicatezza e sulla dolcezza.
Palato: Di corpo pieno, ripropone la dolcezza ravvisata in sede olfattiva che, tuttavia, è più stemperata e bilanciata da un tocco di frutta secca tostata, in primis nocciole, ma anche da spezie del legno eleganti e mai eccessive quali cannella e un tocco di noce moscata. Agrumi amari e un ché di nobile ed erbaceo, a momenti, quasi “amaro alle erbe”, di quelli realizzati dai monaci, ma è uno stile che non mi dispiace affatto. In fundis, granella di cocco.
Finale: Medio-lungo, di mele cotte, spezie del legno, nocciole tostate.
Un malto in cui l’olfatto lascia preludere a note estremamente dolci che vengono parzialmente smentite dal palato, e credo sia un bene per un bilanciamento complessivo. Complessivamente più che meritevole, ha un ché di “antico”, particolarmente al palato e, personalmente parlando, ciò non è affatto malvagio!