Informazioni:
Tipologia: Islay Single Malt Scotch Whisky
Provenienza: Isola di Islay – Scozia.
Volume alcolico: 46%
Prezzo consigliato: 75 euro.
Reperibilità: Medio-alta.
Cenni storici e osservazioni personali:
Da fan della trasposizione dell’opera di J.R.R. Martin, “Le Cronache del Ghiaccio e del Fuoco”, nonché estimatore di whisky, non potevo certo esimermi da esaminare almeno alcune delle espressioni rilasciate da Diageo per rappresentare le principali casate di Westeros.
Tra esse, vi è peraltro un Lagavulin, distilleria che non ho mai fatto mistero di ammirare all’inverosimile. Di conseguenza, inizierò da questo.
Da un punto di vista concettuale, l’associazione tra il bicentenario e nobile whisky di Islay e la casata più ricca e potente di Westeros, i Lannister, non mi dispiace.
Ho trovato personalmente più forzati altri abbinamenti.
Ad ogni modo, credo sia un espediente di marketing a dir poco geniale, così come il rilascio del Johnnie Walker dedicato agli Estranei.
Ma quel che più ci interessa, marketing e belle etichette a parte, è il contenuto della bottiglia. Di conseguenza, senza indugiare oltre, mi soffermerò ora sul giovane Lagavulin 9 y.o. House Lannister, con la speranza che, come in precedenza, sia un meritevole whisky, come tutti i Lagavulin che ho avuto l’onore e il piacere di degustare.
Ah, tutti i whisky della serie dedicata a “Game of Thrones” sono in tiratura limitata ma pare che tutto sommato sia piuttosto ampia, essendo ancora quasi tutti reperibili a distanza di diversi mesi dal rilascio, avvenuto in concomitanza con l’ultima stagione dello show.
Note Degustative:
Aspetto: Oro intenso.
Olfatto: Fumosità intesa, decisamente elevata paragonata agli standard classici di Lagavulin (che certo non ne è privo di suo), accompagnata da un notevole sentore salmastro e una vibrante brezza oceanica. Con il passare dei minuti, la coltre fumosa diviene più doma, lasciando trasparire un gradevole lato fruttato contraddistinto dalle mele acerbe e dalla pesca gialla. Vaniglia non incisiva, miele a sprazzi, nonché un po’ di cannella e un mix di altre spezie. In fundis, fresco tocco erbaceo, a momenti balsamico (menta).Trapela la gioventù del malto, tuttavia ha un buon carattere, come da tradizione.
Palato: Di corpo robusto, si presenta caldo e avvolgente, con una torba esuberante ed esplosiva che ammanta un substrato fruttato contraddistinto da banana e pesca, senza però nascondere una piacevole carne affumicata o, meglio, essiccata. Discreto pepe nero. Tra le righe, leggeri mirtilli, punta di fragole. Anche queste note, spesso inusuali in un Lagavulin. Tratto erbaceo nuovamente presente, direi tè nero.
Indubbiamente, anche in questo caso si ravvisa una certa giovinezza, con note di cereali piuttosto evidenti. Invero, resta piacevole e fresco.
Finale: Lungo, non particolarmente complesso ed innestato su note fruttate, erbacee e torba.
Difficile trovare un Lagavulin che sia malvagio e, anche in questo caso, non posso dire che lo sia. Anzi, differentemente dal finale dello show televisivo, mi ha convinto decisamente di più. Indubbiamente atipico rispetto ai canoni della distilleria, ma certamente resta un valido whisky. Non ho avuto ancora modo di provare gli altri, ma pare che questo sia considerato il migliore della serie. Prima di trarre una conclusione analoga, preferisco provare e farmi un’idea personale. Ad esempio, il Talisker dedicato ai Signori delle Isole di Ferro mi intriga non poco…