Cari amici, è tempo di redigere il mio report informale dell’esperienza al Milano Whisky Festival 2017. Prima considerazione la farò in merito alla scelta degli organizzatori, i cari Giuseppe Gervasio e Andrea Giannone, di spostarsi nella Sala Washington dell’Hotel Mariott, garantendo una superficie espositiva di 1400 metri quadri, quasi il doppio rispetto alle precedenti edizioni. Scelta decisamente eccellente, dato l’enorme afflusso di visitatori (concentrati principalmente nel pomeriggio di Sabato) che sarebbe stato molto arduo contenere nella precedente Sala “Baron”. Preciso che nonostante la grande affluenza, l’organizzazione ha funzionato egregiamente, senza alcun intoppo.
Il Mariott si conferma un’ottima location, data la scelta di sale multiple e la possibilità di allocare comodamente Masterclass. Su quest’ultime, devo necessariamente spendere due parole: abituati già ad avere relatori ed imbottigliamenti di alto profilo (ripenso, per dire, a Mark Watt di Cadenhead’s, o Max Righi e Giorgio D’Ambrosio), gli organizzatori sono riusciti anche quest’anno ad offrire un’esperienza totalizzante agli avventori, proponendo esperienze di altissimo profilo: da quella di Luca Chichizola di Wilson & Morgan a quella di Diageo, spaziando per i nuovi imbottigliamenti di Max Righi, senza dimenticare poi la sagacia di Salvatore Mannino e, evento decisamente unico, riuscendo ad ottenere la presenza del leggendario Jim McEwan e della famiglia Laing. Purtroppo, tutte le Masterclass di mio interesse hanno esaurito i biglietti in pochissimo (l’anno prossimo sarò tempestivo!) ma ho avuto ugualmente la fortuna, grazie alla gentilezza di Fabio Ermoli, di assistere a quella di Jim McEwan, pur senza degustare gli interessanti malti della serie Kinship da lui selezionati. Un’esperienza difficile da descrivere utilizzando le mere parole, in cui più che soffermarsi sul malto, si è parlato di storie personali, di whisky e di vita.
Nonostante mi sia trattenuto l’intera giornata di Sabato e parte della domenica, non sono riuscito stavolta a salutare molti degli amici espositori presenti e quindi mi scuso con Emanuele Pellegrini e Enrico Magnani, con cui ho scambiato saluti fugaci, nonché con molti altri.
Gran parte del mio tempo l’ho trascorsa allo stand di Beija-Flor, dove il vulcanico Maurizio quest’anno aveva arruolato tutti i bloggers al gran completo: Federico di WhiskySucks, Giacomo & Jacopo di WhiskyFacile nonché il buon Sebastiano di DolceMente Whisky! Insomma, non mancava proprio nessuno. Tra le novità (tra cui l’ottimo Springbank 14 Bourbon Wood in tiratura limitata e il GlenDronach 25 y.o. Single Cask selezionato per Beija-Flor), chiacchiere e un aiuto agli amici appena citati nel versare e suggerire agli assetati avventori, è trascorso decisamente un bel po’ di tempo. Sempre piacevole essere in compagnia di amici così e ringrazio particolarmente Maurizio per l’usuale cordialità e gentilezza.
Al contempo, ho avuto modo di soffermarmi con Luca Chichizola provando le novità di Wilson & Morgan, tra cui il giovanissimo Beathan (scelta decisamente suggestiva per denominare un Glenturret) che mi ha decisamente colpito. Sosta obbligata dal caro Max Righi, ben presente con la precedente serie dedicata alle opere classiche (di cui trovate sul sito tutte le recensioni) e con i nuovi imbottigliamenti Antique Lions of Spirits che omaggiano nello stile le storiche selezioni di Pepi Mongiardino. Lo Speysider 44 y.o., top di gamma, è decisamente magnifico…ma ci tornerò successivamente con opportuna recensione. Come sempre, è un piacere intrattenersi con Max, che mi ha anche dedicato del tempo per una splendida e completa intervista, che vedrete prossimamente.
Sono poi riuscito a salutare e intrattenermi un po’ con Davide Romano di Valinch & Mallet, anche stavolta carico di nuove selezioni, tra cui un interessantissimo Heaven Hill e uno Springbank d’eccezione!
Ho avuto anche modo di conoscere il team di Whisky Italy, bellissima realtà commerciale. Competenti e ben forniti. Sarò lieto di provare le espressioni Claxton’s distribuite in esclusiva, nonché l’osannato Crown Royal Northern Harverst Rye, definito due anni fa dal popolare whisky writer Jim Murray miglior whisky del mondo.
In ultimo, non potevo non sostare da Davide Terziotti che, congiuntamente a Simon Paul Murat e Fabio Petroni, ha realizzato un eccelso libro, che non dovrebbe mancare nella libreria di un autentico appassionato. My Name is Whisky, questo il nome del tomo, è una raccolta di esperienze e di storie di alcuni dei principali protagonisti del mondo del whisky. Ovviamente, seguirà anche in questo caso un articolo ad hoc. Potevo certo esimermi dal comprarlo? Certo che no! Colgo l’occasione per ringraziare i protagonisti presenti al Festival per la loro dedica: Max Righi, Andrea Giannone, Stuart Laing, Jim McEwan e Giorgio D’Ambrosio. Ho cercato ovunque Nadi Fiori, avvistato solo pochi minuti prima di ritirare il libro ma niente, era scomparso. Sarà per la prossima volta!
Il Festival è stata anche per me occasione di salutare i diversi amici del forum Singlemaltwhisky.it presenti, che eviterò di menzionare singolarmente in quanto tantissimi, nonché incontrare dei lettori di questo spazio web, dei cui ringraziamenti sono veramente onorato.
Ah, una menzione la merita l’amico e revisore testi del Sito, Lamberto Lamarina, che anche quest’anno sono riuscito a salutare dal vivo!
Concludendo, Milano si conferma la capitale del buon bere e, il suo Whisky Festival, l’evento più interessante della penisola. Alla prossima edizione, carissimi!